Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova

La Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova ha trovato nel 1981 una stabile struttura didattica e organizzativa sotto l'egida della Regione Liguria e della Provincia di Genova, costituendosi come Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come tale, rientra nei Corsi di Formazione Professionale e attinge al pubblico finanziamento costituito dal Fondo Sociale Europeo (FSE). 
Sempre articolata su tre anni, dal 1999 ,in seguito a nuove disposizioni provinciali, il corso muta struttura interna e integra la sovvenzione con un contributo a carico dello stesso Teatro Stabile di Genova.

Sono moltissimi i diplomati della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova che, a livelli diversi di carriera e di funzioni lavorano stabilmente nel campo dello spettacolo in Italia; ricorrente la loro presenza nei casting teatrali, cinematografici e televisivi, spesso anche in ruoli di primo piano.
Notevole inoltre il consolidarsi di Compagnie autonome formate da ex-allievi.

Per una Scuola nata come sezione di un Teatro Stabile, sono fisiologici i rapporti con il palcoscenico. Oggi la Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova fornisce al Teatro la quasi totalità della Compagnia Stabile.

Infine, per un'iniziativa sorta negli ultimi tempi il Teatro Stabile affida ai suoi più recenti ex allievi la realizzazione di spettacoli facenti parte della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea con cui ogni anno chiude la sua stagione teatrale. Per quelli appena diplomati questa occasione è una palestra che funge da cerniera tra la scuola e il mondo del lavoro.

I corsi della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova sono completamente gratuiti. Non è richiesta alcuna tassa di iscrizione. Non si danno borse di studio. Il programma didattico prevede un impegno minimo di 5 ore pomeridiane, ogni giorno dal lunedì al venerdì, eccezionalmente anche il sabato. La frequenza è obbligatoria.

Gli allievi hanno accesso gratuito a tutti gli spettacoli in cartellone del Teatro Stabile e godono di facilitazioni presso altri teatri in città. I diplomandi hanno nella segreteria della Scuola un punto di riferimento per inserirsi nel mondo del lavoro (informazioni sui casting e le agenzie per lo spettacolo con relativi contatti, compilazione di curriculum).

Dalla stagione 2012-2013 la struttura didattica della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova si articola in tre sezioni:

  • Corso Propedeutico per Attore di 250 ore , a totale carico del TSG, con audizioni in settembre.
A conclusione, Attestato di Frequenza rilasciato dalla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.
  • Corso di Qualificazione per Attore di 1200 ore finanziato dalla Provincia di Genova (Finanziamento FSE nell’ambito del P.O. Obiettivo "Competitività regionale e occupazione FSE 2007-2013"), suddiviso in tre moduli:2 gennaio - 31 marzo;1 aprile - 30 giugno;1 settembre - 23 dicembre.
È riservato a un minimo di 8 e a un massimo di 12 persone. L'ammissione al Corso è subordinata a audizioni; non è richiesto l’Attestato di Frequenza del Corso Propedeutico. Si conclude con un esame nelle singole materie, di fronte ad una Commissione nominata dalla Provincia che rilascia un Attestato di Qualifica di Attore (cod. ISTAT 2552).
  • Master di circa 700 ore a totale carico del Teatro Stabile di Genova. Questo Corso è riservato a chi ha appena conseguito l'Attestato di Qualificazione, e inizia subito dopo tale conseguimento; prosegue fino alla fine di giugno, riprende a settembre e termina entro ottobre. A conclusione, Diploma di Master rilasciato dalla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.

Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova

CONTATTI : corso Buenos Aires 8/1 Corpo basso B di Corte Lambruschini 16129 Genova
tel. +39 010 5342 255 segreteria: tel. +39 010 5342 212 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15) fax + 39 010 5342 514
SITO WEB : http://www.teatrostabilegenova.it
Seguono gli articoli relativi alle attività della

Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova:

Corso di Alta Formazione per Attore:

Il Corso di Alta Formazione per Attore offre una preparazione approfondita nei vari aspetti che compongono il mestiere di attore. Il piano didattico prevede che ogni allievo impari a sfruttare le proprie potenzialità espressive grazie a un allenamento specifico del corpo, della voce e della parola, ad acquisire consapevolezza delle intime motivazioni del proprio personaggio, a costruire l’azione scenica in base ai rapporti, a sviluppare la propria creatività collaborando con un regista, ad arricchire e ampliare le conoscenze culturali attraverso lo studio anche teorico dell’Arte Drammatica. Al termine del Corso l’allievo è quindi in grado di interpretare personaggi della drammaturgia di ogni epoca, siano essi brillanti, drammatici o tragici, in produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. Se dotato di una particolare attitudine per il canto o la danza, deve poter arrivare a sostenere parti cantate o danzate. A complemento della formazione, dovrà saper padroneggiare la lettura dei versi, conoscere i capisaldi della storia del teatro (drammaturgia, sociologia dello spettacolo, teorie sulla regia e l’arte dell’attore) e le regole che governano la disciplina di palcoscenico. Il Corso che ha una durata di due anni (1.200 ore di lezione per ciascuna annualità), prevede l’obbligo di frequenza a tutte le materie e di partecipazione a tutte le attività formative, di ricerca e di spettacolo programmate dalla Scuola. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì per un massimo di 9 ore al giorno (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 19). Il corso è riservato a un numero massimo di 12 allievi. La frequenza alla Scuola è gratuita grazie al sostegno di Regione Liguria, e si svolge in convenzione con l’Università degli Studi di Genova: nel biennio sono inseriti, quali obblighi didattici, uno o più moduli formativi (scelti dalla Direzione della Scuola) tra gli insegnamenti dei corsi di Laurea Triennale in Lettere e della Laurea Magistrale in Letterature Moderne e Spettacolo. L’iscrizione a questi moduli è a carico del Teatro. Il superamento degli esami relativi consente agli allievi di acquisire fino un massimo di 18 crediti formativi, riconoscibili in caso di regolare iscrizione presso l’Università di Genova. Gli allievi sono coinvolti nelle produzioni e in tutte le manifestazioni culturali del Teatro: viene infatti programmata la loro partecipazione alle prove degli allestimenti, sono invitati alle conferenze stampa, e prendono parte alle attività di accoglienza del pubblico. Al termine dell’intero percorso il Teatro Nazionale di Genova conferisce un Diploma di Qualifica professionale.
Il nuovo Bando per il Corso di Alta Formazione per Attore sarà disponibile nell’autunno 2023.

Audizioni 2016 Corso Propedeutico per attore della Scuola del Teatro Stabile di Genova:

Il Corso Propedeutico di 250 ore fornisce una preparazione di base ed è finalizzato a vagliare le attitudini. Al termine del Corso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova indice un’audizione per accedere a un Corso di Qualificazione per Attore di 1200 ore seguito da un Master di circa 700 ore. Tutti i corsi sono gratuiti. Struttura del Corso Propedeutico: Le lezioni avranno inizio il 1° ottobre, la frequenza è obbligatoria con un impegno minimo pomeridiano di 5 ore giornaliere dal lunedì al venerdì. Le materie di insegnamento sono: recitazione, ortoepia e dizione, educazione della voce, tecniche corporee. Al termine del Corso viene rilasciato un Attestato di Frequenza. Requisiti per l'ammissione: età compresa fra i 18 e i 30 anni compiuti; obbligo scolastico; superamento della prova di selezione in cui il candidato è tenuto a presentare:
• un brano (monologo o scena dialogata) della durata di non oltre 5 minuti, tratto da un testo teatrale pubblicato, di autore noto. Non si accettano brani estratti dalla narrativa;
• una poesia di autore italiano noto. Tutte le prove vanno eseguite a memoria. Il candidato è inoltre pregato di portare con sé i libri da cui ha tratto i pezzi scelti.
Le iscrizioni sono aperte dal 3 giugno e si chiudono improrogabilmente alla mezzanotte del 21 giugno 2015. Le domande pervenute dopo questo termine non potranno essere accettate (farà fede data e ora riportate sul fax o sulla e-mail). Non è richiesta alcuna tassa d’iscrizione. Per iscriversi è necessario compilare, in modo chiaro e leggibile, il modulo di iscrizione scaricabile dal sito e inviarlo, insieme a copia del documento di identità fronte/retro e del codice fiscale, via e-mail in un unico file *.pdf a scuola.recitazione@teatrostabilegenova.it oppure via fax al n° 010 5342514. Non saranno accettate altre modalità di iscrizione. Entro il 26 giugno la segreteria della Scuola contatterà telefonicamente i candidati per concordare la data della prova. Le selezioni avranno inizio il 3 settembre 2015 e si svolgeranno a Genova al Teatro della Corte, Viale Duca D’Aosta (zona Stazione Ferroviaria di Genova Brignole).

La scuola sale sul palco: Essere o non essere attori?

La Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova è molto nota tra gli aspiranti attori che ogni anno da tutta Italia provano a superare le selezioni per frequentare i corsi offerti, tutti gratuiti e con obbligo di frequenza. L’offerta formativa è piuttosto articolata. C’è un Corso Propedeutico per attore di 250 ore, a carico del Teatro Stabile di Genova, che rilascia un attestato di frequenza; c’è un Corso di Qualificazione per attore di 1200 ore finanziato dalla Provincia di Genova, che rilascia un attestato di qualifica di attore; infine, un master di circa 700 ore, a carico del Teatro Stabile di Genova, la cui ammissione è riservata a chi è in possesso del diploma di qualificazione e che rilascia un attestato di master. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda alla direttrice della scuola, Anna Laura Messeri. Quali sono i requisiti per accedere ai vostri corsi? Per il Corso Propedeutico bisogna avere almeno 18 anni (senza aver superato i 30) e aver assolto l’obbligo scolastico. Anche per il Corso di Qualificazione bisogna avere almeno 18 anni, ma non ci sono limiti massimi di età. In cosa consistono le audizioni? Nell’esame per il Propedeutico chiediamo semplicemente si reciti una poesia italiana e un pezzo di teatro (un dialogo o un monologo), invece per il Corso di Qualificazione, oltre a un dialogo e un monologo (ambedue obbligatori) si chiede anche una canzone, un pezzo della Divina Commedia e un colloquio riguardante la Storia del Teatro. Quando esamina i candidati, da cosa viene colpita? Diciamo da chi abbia vitalità o presenza scenica, ma è una domanda un po’ complessa, non si risponde con facilità. Logico, tutti hanno dei difetti quando si presentano, quello che conta all’inizio è che abbiano la carica giusta. La scuola avrà svolto la sua funzione se chi ne esce avrà...? Avrà eliminato quei difetti che livellano un po’ tutti i dilettanti. Precisiamo: noi non creiamo degli attori, diamo la possibilità di diventarlo. Speriamo che da qui i ragazzi apprendano un gusto teatrale e un approccio serio alla professione, che capiscano l’importanza dell’impegno e che non si può darla ad intendere. Vorrei che sappiano approfondire le ragioni di un personaggio, il perché di quelle battute, e poi che imparino ad usare i propri mezzi espressivi (corpo, voce, dizione) per tradurre in fatto teatrale la suggestione che arriva dalla lettura di un personaggio, di una scena. Riuscire ad affermarsi è difficile, per chi vale la pena provare? Ma per tutti quelli che lo vogliano, purché questa necessità risponda ad un impulso fisico, al desiderio di usare tutto se stesso per trasmettere emozioni e non certo per avere la foto sui giornali, insomma. Un po' di storia: già a partire dagli anni '60 il Teatro si dotava di una Scuola d'Arte Drammatica che sviluppava la propria strategia didattica attraverso le esperienze di vari registi fra cui Anna Laura Messeri, Mina Mezzadri, Carlo Cecchi, Egisto Marcucci e Marcello Bartoli. Fruendo delle esperienze maturate, nel 1981 la Scuola ha trovato una stabile struttura didattica e organizzativa sotto l'egida della Regione Liguria e della Provincia di Genova, costituendosi come Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come tale, rientra nei Corsi di Formazione Professionale e attinge al pubblico finanziamento costituito dal Fondo Sociale Europeo (FSE). Dal 1999 il corso cambia struttura interna e integra la sovvenzione con un contributo a carico dello stesso Teatro Stabile di Genova. Dal 1981 al 2012 la Scuola ha diplomato 243 allievi; fra i tanti ricordiamo i registi Marco Sciaccaluga e Giorgio Gallione, poi naturalmente Tullio Solenghi, Elisabetta Pozzi, Enrico Campanati, Valerio Binasco, i Broncoviz, il duo Luca Bizzarri - Paolo Kessisoglu, Maurizio Lastrico e il drammaturgo Fausto Paravidino. Alcune note Compagnie autonome sono formate da ex-allievi. Tra queste: URT, Gank, Narramondo, NIM-Neuroni in Movimento. Oggi la Scuola fornisce al Teatro la maggioranza della Compagnia Stabile.

Allievi della Scuola di teatro dello Stabile di Genova impegnati nelle produzioni cinematografiche:

La Scuola dello Stabile di Genova fra teatro e cinema di Aldo Viganò. Tra le tante insufficienze che lo contraddistinguono ormai da troppo tempo, il cinema italiano degli ultimi decenni ha però un merito: quello di aver saputo rinnovare il proprio “parco” attori, attingendo non più solamente agli effimeri successi degli show televisivi o all’occasionalità della ”strada”, ma sempre più guardando al teatro e alle molte scuole di recitazione che ne alimentano il rinnovamento. Attori sovente competenti e preparati, anche ben disponibili a confrontarsi con il mezzo cinematografico, se solo gli sceneggiatori fossero in grado di scrivere per loro dialoghi pronunciabili, i registi avessero la capacità di dirigerli e i produttori si impegnassero a metterli alla prova. Certo, anche se il teatro non è il cinema e le diffidenze reciproche sono ancora molte, lavorare con attori che possiedono almeno i rudimenti del mestiere, permetterebbe di far vivere sullo schermo dei personaggi non necessariamente sottomessi all’ideologia o al realismo paesaggistico o all’obbligo del doppiaggio (neorealismo docet). Inoltre, potrebbe spingere sceneggiatori, registi e produttori cinematografici a dare il primato alle strutture narrative, invece che alle velleità autoriali, sovente così mal riposte. Come del resto si faceva una volta quando tutti o quasi gli attori cinematografici arrivavano dal palcoscenico (almeno nei film di “genere”: melodrammatici, avventurosi, comici o da “commedia all’italiana”, che fossero) e proprio per loro si scrivevano i film e s’impostava lo sguardo della cinepresa. Ora, da un po’ di tempo in qua, dopo una parentesi (con poche eccezioni) durata alcuni decenni, accade che la diffidenza tra cinema e teatro tenda a venir meno: palcoscenico e schermo cessano di essere alternativi e tornano timidamente a considerarsi complementari. E questo non può che far bene al cinema italiano, come lo aveva fatto a quello hollywoodiano con l’avvento del sonoro, o continua a farlo ancora oggi a quello inglese, tedesco o francese. Ma da dove arrivano questi nuovi attori di una generazione post-divistica? Si diceva, dalle Scuole di Recitazione. E tra queste un ruolo determinante lo ha per riconoscimento diffuso la Scuola del Teatro Stabile di Genova, dove pur non si insegna direttamente a fare del cinema, ma sicuramente s’impara a recitare senza enfasi e senza birignao, puntando sempre sulla concretezza del dire e del fare. Appunto perché si formano soprattutto degli attori, addestrandoli in primo luogo a interpretare dei personaggi. È dalla Scuola di Genova che provengono attrici e attori quali Sara Bertelà (Il mio migliore nemico di Carlo Verdone) o Gianluca Gobbi (capace di trascorrere senza imbarazzo alcuno dai film dei Vanzina a quelli di Davide Ferrario, da La febbre di D’Alatri alla bulimica guardia svizzera di Habemus Papam) o Fabrizio Contri (Il volto di un’altra di Pappi Corsicato e tante fiction tv). Ma anche il lanciatissimo Flavio Parenti - recente primo attore della miniserie di Pupi Avati, Un matrimonio, e già visto visto in ruolo da protagonista in Parlami d’amore e Un altro mondo di Silvio Muccino, Colpo d’occhio di Sergio Rubini, Il sangue dei vinti di Michele Soavi, Io sono l’amore di Luca Guadagnino, Le ombre rosse di Citto Maselli, To Rome with Love di Woody Allen e l’ancora inedito Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway – o molti comici sulla cresta dell’onda (anche  cinematografica) quali Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri o Carla Signoris e Maurizio Crozza, sino agli ancora poco noti (cinematograficamente parlando) Antonio Zavatteri (Un giorno speciale di Francesca Comencini), Alberto Giusta (Giorni e nuvole di Silvio Soldini), Lisa Galantini (Il gioiellino di Andrea Molaioli) e Dario Aita (La prima linea di Renato De Maria). L’elenco potrebbe essere molto lungo, ma tra gli attori di solida professionalità cresciuti a Genova e aperti alla prospettiva della ricerca del nuovo – dal teatro al cinema, ma in alcuni casi anche dalla televisione al web – vanno almeno segnalati anche Fausto Paravidino, che oltre a essere un autore drammatico di notorietà internazionale è anche regista cinematografico (Texas) e attore in numerosi film, e Valerio Binasco, il quale nel 2007 mise in scena un film rimasto senza distribuzione (Keawe) e negli ultimi tempi trascorre agilmente dalla regia teatrale all’attività di interprete sia sul palcoscenico che sul set (basti citare, tra gli altri, Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, La bestia nel cuore di Cristina Comencini, Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek e Noi credevamo di Mario Martone). Proprio con BinascoFilmD.O.C. si è soffermato a discorrere sul rapporto che esiste tra la Scuola di Recitazione dello Stabile di Genova e il cinema. «Molti registi di cinema che conosco - osserva Binasco - hanno un misto di paura e di disprezzo per quello che loro pensano sia un modo di recitare “teatrale”, tanto che li ho visti scartare attori anche bravi solo perché avevano un curriculum troppo sbilanciato verso il teatro. Ma di quelli che arrivano da Genova invece si fidano, perché, dicono “non sembrano attori”. E lo dicono come se fosse un complimento». Lo spartiacque è offerto da quello che si suole chiamare “concretezza” e su cui s’insiste tanto alla Scuola di Genova. «Credo però che sarebbe un grave errore – puntualizza Binasco – pensare che ci sia una concretezza che va bene per tutto, sempre. La recitazione viene chiamata “concreta”, mi pare, quando instaura un rapporto credibile con le parole che l’attore dice, e con le azioni che compie: cioè, quando l’attore “fa” credibilmente quel che deve fare. Ma anche parlare, beninteso, al cinema come a teatro è un’azione, esattamente come un’altra. Il lavoro dell’attore, che non è misurabile né prevedibile, consiste nel tenere in perfetto equilibrio il dire e il fare. In mezzo infatti non c’è niente: al cinema come a teatro, che pur sono così diversi». Dal punto di vista di un attore quali sono queste differenze? «Se potessi cavarmela con una battuta, direi la noia. Fare un film può essere terribilmente noioso. Il teatro è un gioco, il cinema un mestiere. Il teatro è continuità e “tenuta”, il cinema è “immediatezza” e perdita di tempo». Puoi essere più specifico? «Gli attori di cinema, e ultimamente ne ho diretti parecchi a teatro, non sono abituati a reggere la concentrazione a lungo, mentre gli attori di teatro sovente hanno poca “immediatezza”. In entrambi i casi, non è tanto un problema di talento, quanto di allenamento. Personalmente, ho sempre cercato, come attore, di conciliare l’”immediatezza” del cinema con la “tenuta teatrale”, e questo richiede certo una concentrazione enorme, come del resto ben dimostra l’Actor’s Studio di Strasberg, che ha sfornato grandi divi del cinema e ha cambiato la recitazione nel mondo, ma che era una scuola di teatro!». Valerio Binasco sa molto bene che c’è sempre qualcosa di misterioso nel lavoro dell’attore e, per evidenziarlo, cita Orson Welles che a tutti gli amici americani di passaggio in Italia consigliava di andare a vedere Eduardo, ma aggiungeva subito: «A teatro, però, perché il genio di quel prodigioso maestro dell’"underplaying” svanisce quando recita in un film: sembra imbarazzato!»; oppure ricorda quello che gli disse un giorno Gabriele Lavia, dopo averlo visto in un ruolo molto “non recitato”: «Tu in realtà sei più istrione di me! Sei un gigione della sottrazione!». E per questo Binasco aggiunge: «La recitazione teatrale è qualcosa che investe tutto il corpo. L’attore sente fortissimamente che il suo corpo (di cui anche la voce fa parte) è immerso in uno spazio molto vasto. La recitazione teatrale nasce in una strana festa dei sensi, alla quale partecipano il silenzio, la luce, il buio, i rumori della platea, l’odore del ‘finto’ che circonda l’attore, il suono delle voci. L’attore in teatro sente il suo corpo come un unicum espressivo. Al contrario quando io recito al cinema sento che tutto, prima o poi, arriverà a concentrarsi solo sul mio volto. Il corpo è spesso poco più di un supporto per reggere la faccia, e siccome io non ho un buon rapporto con la mia faccia ne consegue che non ho neppure un buon rapporto con il cinema. Almeno come attore». Perché come regista invece? «Paradossalmente, come regista teatrale mi piace lavorare come se stessi facendo un film. Potrei dire che il cinema è il mio maestro di sintesi, di unità di azione, e, soprattutto, di suspense. Cerco, come posso, di stare alla larga dalle noiose seduzioni del didascalismo e del concettualismo che sono le malattie del teatro, per andare diritto dentro la narrazione. Con una battuta potrei affermare che faccio il teatro perché penso il cinema». Ma proprio dal punto di vista della narrazione qual è la diversità tra cinema e teatro? «Innanzitutto, come già accennavo, c’è il problema del tempo, che si riverbera inevitabilmente sui risultati. I tempi di realizzazione del cinema sono infiniti, si misurano anche in anni, mentre a teatro tendenzialmente tra il concepimento di un progetto e la sua attuazione trascorrono al massimo pochi mesi. La mia ispirazione (quando c’è) si nutre di rapidità, di energie fameliche, proiettate in avanti. Non potrei mai lavorare a un’idea per due o tre anni. Non potrei mai rinunciare a quell’ ampissimo margine di improvvisazione e di imprevisto che caratterizzano un’opera teatrale mentre si compie. Poi, per dirla in modo più generale e più complesso, mi piace sottolineare che il cinema e il teatro, nel profondo, sono meno parenti di quello che sembrano essere. Il teatro è fratello di sangue dell’Epica. Il cinema lo è del Romanzo. Possono avvicinarsi solo in apparenza. Però possono rubarsi molti segreti. Il teatro che mi piace, per esempio, usa molte tecniche narrative del cinema. Si affida a composizioni di oggetti diversi e miscelati tra loro con furbizia sinfonica: la profondità di campo, l’uso non didascalico delle musiche, la messa a fuoco, ecc.». In questo hai dei maestri riconosciuti? «Direi di no, anche se nella mia carriera ho e ho avuto molti maestri immaginati. Ho, infatti, “immaginato” di imparare qualcosa da Charlie Chaplin (lo immagino ancora oggi) e per molto tempo sono stato un allievo immaginario di Aki Kaurismaki; ma in realtà non sono stato veramente allievo di nessuno». Quale film consiglieresti di vedere e rivedere a chi si accinge a fare la regia del suo primo film? «Nessun dubbio. Luci della città di Chaplin, ma la sua visione la consiglierei anche a chi si accinge a fare il suo centesimo film o a chi non vorrà farne mai neanche uno».

Intervista a Radio 3 di Anna Laura Messeri, direttrice Valerio Binasco ex allievo e insegnante, Rachele Canella e Michele De Paola allievi del terzo anno della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova:

Anna Laura Messeri, direttrice Valerio Binasco ex allievo e insegnante, Rachele Canella e Michele De Paola allievi del terzo anno dell Scuola di teatro dello Stabile di Genova Il Teatro Stabile di Genova nasce nel 1951 ed è considerato uno dei più importanti Teatri Pubblici nella storia italiana all’interno del quale sono rappresentate le produzioni più importanti di Genova. E’ situato nella zona più centrale delle città ed è sede della prosa italiana e straniera. Al suo interno si trova una seconda sala, ovvero il Teatro Duse, luogo in cui vengono interpretati gli spettacoli prodotti sia a Genova sia fuori città. Inoltre, sempre all’interno del Teatro è disponibile un nuovo spazio scenico creato tra il 2000 ed il 2001, la Piccola Corte, una sala che può contenere all’incirca 300 spettatori. La Scuola di Recitazione dello Stabile di Genova La scuola prevede due differenti corsi didattici, il Corso di Orientamento per attori e il Corso di Qualificazione Professionale per Attori. Il primo percorso dura 1 anno ed è totalmente a carico del Teatro Stabile. Può essere frequentato da tutti coloro che vogliono mettere alla prova le proprie capacità artistiche e prevede il rilascio di un attestato di frequenza al termine delle lezioni. Il secondo training dura 1600 ore, è suddiviso in 2 anni ed è finanziato dalla Provincia di Genova. E’ accessibile sia a coloro che hanno frequentato il corso di base sia a tutti quelli che possiedono una buona preparazione teatrale. I posti sono a numero chiuso e comprendono da un minimo di 8 ad un massimo di 12 allievi. Al termine del corso è previsto un esame finale che si svolge davanti ad una commissione nominata dalla stessa Provincia e che dà diritto ad ottenere l’Attestato di Qualificazione Professionale.

Organizzazione dei corsi della Scuola del Teatro Stabile di Genova

Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova Indirizzo: Corso Buenos Aires 8/1 (Corpo basso B di Corte Lambruschini) - 16129 - Genova (GE) Tel. 010 5342212 - 010 5342255 - Fax010 5342514 http://http://www.teatrostabilegenova.it scuola.recitazione@teatrostabilegenova.it Orario: lunedì-venerdì 9.00-15.00 AREA DI INTERVENTO: teatro e formazione professionale. Una parte significativa della storia del Teatro Stabile di Genova è costituita dal lavoro di formazione di giovani attori. Già a partire dagli anni '60 il Teatro si dota di una Scuola d'Arte Drammatica che sviluppa la propria strategia didattica attraverso le esperienze di vari registi fra cui Mina Mezzadri, Carlo Cecchi, Marco Sciaccaluga, Egisto Marcucci, Marcello Bartoli e Anna Laura Messeri. Nel 1981 la scuola trova una stabile struttura didattica e organizzativa sotto l'egida della Regione Liguria e della Provincia di Genova, costituendosi come Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, strutturata fino al 1998 come Corso triennale di Formazione Professionale e dal 1999 come Corso biennale di Qualificazione Professionale per cui, a fornire la formazione di base, provvede autonomamente il Teatro Stabile di Genova mediante un Corso di Orientamento della durata di un anno. Suoi direttori, Carlo Repetti fino al 1998 (con un breve intervallo fra il 1990 e il 1993 in cui è stato direttore Marco Sciaccaluga), dal 1998 Anna Laura Messeri. Il programma didattico prevede un impegno minimo di 5 ore pomeridiane, ogni giorno dal lunedì al venerdì; alcune lezioni possono aver luogo anche la mattina o, eccezionalmente la sera. Quando è possibile alcune lezioni hanno luogo anche in palcoscenico grazie al fatto che la sede della scuola si trova nello stesso edificio del teatro. Le materie fondamentali per i due corsi sono: recitazione, dizione, educazione della voce e canto, tecniche corporee, storia del teatro. Il Corso di Qualificazione ha inoltre Aikido. Il corpo insegnante, formato da professionisti di lunga esperienza e attivi nel campo dello spettacolo. È fisso per tutto l'anno nelle seguenti materie fondamentali: per Recitazione, che ingloba progressivamente la maggiore percentuale delle ore di lezione fino a superare il 50% del totale, gli insegnanti sono Anna Laura Messeri e Massimo Mesciulam (dal 2003 anche vicedirettore) coadiuvati - per determinati periodi - da collaboratori esterni (principalmente Alberto Giusta); per Dizione Rachele Ghersi; per Educazione della voce e canto Silvia Piccollo; per Tecniche corporee Alessandra Manari e Claudia Monti, per Aikido Daniele Granone, per Storia del teatro Renzo Trotta e Aldo Viganò. Quando la disponibilità di determinati professionisti lo consente, sono previsti anche Seminari specifici (tango, recitazione davanti alla telecamera, maschera, ecc.). La linea didattica segue il principio della gradualità. Corso di Orientamento - Recitazione: per tutto il primo periodo il corso in questa materia è tenuto quasi esclusivamente da Anna Laura Messeri. Le lezioni iniziano con esercizi mirati a liberare la tensione corporea e vocale e a sperimentare l'unità organica di respiro, voce e gesto; quindi passano allo studio specifico della parola e alla gestione della frase. Viene infine il momento-chiave della recitazione, l'esercizio del "palleggio" (così chiamato dalla Messeri) in cui l'allievo viene sollecitato a mettere a confronto il dato soggettivo offerto dalla propria creatività con quello oggettivo offerto dal testo scritto. In questo esercizio si focalizza la caratteristica della scuola la cui poetica potrebbe riassumersi nella messa in pratica del concetto di azione in quanto risultante dalla dinamica dei rapporti. Sempre all'interno di questa linea didattica, contributi successivi di altri insegnanti completano l'anno scolastico. - Dizione: esercizi di masticazione, di articolazione; ortoepia; regole di dizione. Lettura di brani di prosa. - Educazione della voce parlata: comprensione fisica individuale del processo respiratorio e vocale: esercizi specifici di base (postura, respirazione, muscoli, cavità, risuonatori). Concetto di risonanza e proiezione della voce; la tecnica vocale da applicare a frasi, letture e poesie. - Educazione della voce cantata: teoria musicale: solfeggi parlati e cantati. Esercizi di vocalizzazione su tutte le vocali per aumentare l'astensione della voce e potenziare il volume. Primi esercizi di pratica vocale sia individuale che corale. - Tecniche corporee: coscienza corporea di base: esercizi e improvvisazioni sul ritmo, sullo spazio e sull'energia. - Storia del teatro: i momenti fondamentali della storia del teatro europeo, dai greci ad oggi. A conclusione dell?anno scolastico l'allievo dovrebbe essere in possesso dei "fondamentali". Corso di Qualificazione - Recitazione: addestramento nelle scene della drammaturgia progressivamente proposte dalle più semplici alle più complesse. In una fase più avanzata si affrontano anche i monologhi. Il programma procede affidato a insegnanti e registi ognuno propositivo di un personale modo di lavorare. - Dizione di prosa e versi: principi della metrica italiana; lettura di composizioni in versi. Lettura di brani di prosa di vario tipo. - Canto: esperienze di canto polifonico; realizzazione di piccoli spettacoli cantati. Ricerca e studio del repertorio individuale di brani cantati più confacenti alla personalità vocale dell'individuo. - Tecniche corporee e danza: coscienza e controllo corporeo a livello avanzato, danza, composizioni su tema. - Aikido: arte marziale finalizzata alla gestione dello spazio di "cadura" e all'uso delle armi. - Storia del teatro: i temi fondanti della letteratura drammatica dal teatro classico al teatro moderno e contemporaneo. Lo specifico teatrale attraverso le grandi poetiche: Aristotele, Diderot, Hegel, Stanislawskij, Artaud, Brecht, Grotowski. La regia e le problematiche inerenti. Lettura di saggi e testi teatrali. Oltre al lavoro strettamente didattico, il confronto col pubblico viene considerato una tappa importante del percorso formativo. A questo scopo il frutto del lavoro sulla recitazione e sul canto viene periodicamente presentato - nei locali della Scuola - agli insegnanti e allievi degli altri corsi al completo. Gli allievi del Corso di Qualificazione Professionale inoltre presentano sui palcoscenici del Teatro Stabile e per più repliche, due spettacoli: a giugno il saggio che conclude il primo anno del Corso di Qualificazione e a gennaio un'esercitazione principalmente rivolta al mondo della scuola. Altro incontro avviene frequentemente con pubbliche letture su richiesta di vari enti cittadini: Assessorato alla Cultura della Provincia di Genova, CGIL, Carlo Felice,  Goethe Institut, Biblioteca De Amicis, Associazione Pegliflora, Fondazione Casa America, InEdita-Salone dell'editoria libraria, musicale e multimediale, Amici del Festival della Scienza, RAI TV. Tutte le letture sono a cura di Anna Laura Messeri. Al termine del corso il diplomato dovrebbe essere in grado di conoscere i problemi-base della comunicazione teatrale e di orientarsi fra le molteplici esperienze che il mondo dello spettacolo potrà offrirgli. Gli allievi hanno accesso gratuito a tutti gli spettacoli in cartellone del Teatro Stabile e godono di facilitazioni presso altri teatri in città. I diplomati hanno nella Scuola un punto di riferimento per inserirsi nella professione, sia presso la Compagnia dello stesso Teatro Stabile che presso altri teatri, o nei casting cinematografici e televisivi.

La Scuola dello Stabile di Genova intitolata a Mariangela Melato

La Scuola del Teatro Stabile di Genova ha il nome di Mariangela Melato Genova - E' stata intitolata all'attrice Mariangela Melato la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. Alla cerimonia hanno preso parte la sorella della Melato, Anna, e il presidente del consiglio comunale di Genova, Giorgio Guerello, oltre al direttore dello Stabile, Carlo Repetto che ha ricordato Mariangela Melato "non solo come una grande attrice, ma soprattutto come una grande donna, che ha fatto un percorso di strada con noi lungo venti anni. Mariangela ha sempre detto che questa scuola di recitazione era una delle migliori d'Italia, e questo ci riempie di grande orgoglio". Gli allievi della scuola di recitazione hanno ricordato l'attrice con alcune piece teatrali. Nel foyer del teatro della Corte, inoltre, è stata inaugurata una mostra fotografica dedicata all'attrice, nella quale sono esposte le foto, le locandine e i manifesti dei quattordici spettacoli prodotti dal Teatro Stabile con la Melato protagonista. "Era una donna dalle scelte difficili - ricorda la sorella Anna - che si impegnava in tutto in maniera straordinaria. Aveva una grande passione per la scuola di Genova, un grande affetto. E lei non era una facile".
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