Fondata nel 1987 da Giorgio Strehler e diretta da Luca Ronconi fino alla sua morte, la Scuola di teatro è oggi
guidata da Carmelo Rifici. La Scuola svolge la sua attività in unità organica con il Piccolo Teatro di Milano –
Teatro d’Europa, primo esempio di organizzazione stabile della scena in Italia, fondato nel 1947 da Paolo Grassi e
Giorgio Strehler e, ad oggi, tra le principali istituzioni teatrali europee. Riconosciuta come eccellenza
internazionale nell’ambito della formazione per l’attore, la Scuola del Piccolo ha tra le sue peculiarità quella di
coinvolgere gli allievi durante il periodo di formazione negli spettacoli di produzione del Piccolo, garantendo un
continuo e proficuo scambio tra aula e palcoscenico.
La Scuola Luca Ronconi è una scuola per attori, della durata di tre anni, per un totale di circa 4500 ore di
lezione.
Per accedervi è necessario partecipare ad un bando di concorso che viene presentato ogni tre anni. Gli aspiranti
allievi per accedere al Corso devono superare un esame di ammissione. Ogni corso ha un numero di allievi che può
variare tra le 20 e le 30 unità.
La Scuola è completamente gratuita. Per accedere agli esami di ammissione viene chiesto un contributo per le spese
di segreteria.
La frequenza è obbligatoria. La mancata frequenza del 25% del monte ore annuale comporta l’allontanamento dalla
Scuola.
Gli allievi sono tenuti al rispetto delle regole contenute in un estratto del regolamento di palcoscenico, che viene
da essi sottoscritto al momento dell’iscrizione al Corso.
La Scuola per attori Luca Ronconi è accreditata presso la Regione Lombardia, rientrando nell’Albo regionale degli
operatori per servizi di formazione e istruzione professionali - Regione Lombardia ed attualmente riceve un
finanziamento per il corso.
La struttura didattica prevede quattro sezioni didattiche, cui corrispondono altrettante materie pratiche di
insegnamento. Tutti gli insegnamenti sono coordinati tra loro allo scopo di sviluppare il potenziale espressivo
dell’allievo, rivelandone e incrementandone capacità e peculiarità e di dargli gli strumenti tecnici utili a creare
relazione con i compagni di scena, lo spazio scenico e lo spettatore.
Gli allievi frequentano la Scuola 8 ore al giorno per 5 giorni (dal martedì al sabato , dalle 10 alle 14 e dalle 15
alle 19) e 4 ore la domenica (dalle 10 alle 14) secondo un calendario che viene consegnato loro settimanalmente e
che prevede la distribuzione delle ore di lezione tra le diverse sezioni didattiche, garantendo agli allievi anche
alcune ore di studio.
Inoltre, il fatto che la Scuola sia parte integrante del Piccolo Teatro, con il quale costituisce un’unità organica,
offre agli allievi la possibilità di seguire validi tirocini, fondamentali per costruire un serio e scrupoloso iter
di formazione.
Sezioni didattiche
Recitazione
I docenti sono registi e attori. In base al progetto formativo, alcuni di essi costituiscono una presenza costante
nell’arco dell’anno accademico, garantendo continuità didattica agli allievi.
È il caso di:
- Carmelo Rifici, Direttore della Scuola e docente di interpretazione;
- Giovanni Crippa, Coordinatore didattico e docente di recitazione;
- Mauro Avogadro, attore e regista, docente di interpretazione;
- Gianfranco De Bosio, docente di recitazione nei dialetti veneti.
Accanto ad essi, altri docenti svolgono la loro attività in modo intensivo, attraverso seminari. Si tratta anche in
questo caso di attori o di registi, non soltanto italiani ma, in sintonia con la vocazione internazionale del
Piccolo Teatro, anche stranieri, il cui lavoro con gli allievi si articola in esercitazioni che possono spaziare dal
laboratorio mirato alla conoscenza di tecniche atte ad esplorare le diverse possibilità espressive del proprio
corpo, a lavori sulle tecniche di improvvisazione, a lavori su singoli testi di cui viene affrontata al struttura
drammaturgica.
Voce
In questa sezione discipline artistiche, quali musica e canto, si alternano a materie squisitamente tecniche, quali
educazione della voce (per imparare a riconoscere, stimolare e sviluppare la voce “personale” e “fisiologica” di
ciascun allievo), le lezioni con la logopedista (per gli allievi con difetti di articolazione o con problemi di
voce) e le periodiche visite con la foniatra (per un esame obiettivo degli allievi, il primo anno e successivi
eventuali controlli).
Corpo
La sezione “corpo” comprende insegnamenti di teatro danza, elementi di acrobazia (controllo del proprio corpo,
superamento dei propri limiti e delle proprie paure), movimento per l’attore (tecniche di controllo del corpo,
sviluppo delle capacità di ascolto e di immaginazione abbinate all’uso della voce), movimento espressivo. Accanto ai
docenti, settimanalmente, la presenza di un osteopata garantisce il controllo posturale degli allievi e la
possibilità di intervenire in caso di problemi all’apparato muscolo-scheletrico.
Cultura
Per la formazione degli allievi si ritiene importante fornire elementi di psicologia e di evoluzione dell’esperienza
scenica, intesa come analisi diacronica della messa in scena.
Corso di perfezionamento sulle tecniche di recitazione della tragedia greca e delle sue rielaborazioni nella
drammaturgia moderna e contemporanea.
Progetto formativo.
Il progetto si pone la finalità generale di impartire agli allievi d ella Scuola le tecniche di comunicazione della
tragedia e del mito nel teatro contemporaneo. Vista la grande presenza sui palcoscenici di lavori di adattamento e
riscrittura della tragedia , la Scuola ritiene indispensabile dare ai propri allievi strumenti di approfondimento
per leggere e interpretare questo materiale drammaturgico. Complessivamente le finalità del corso sono:
• Creare attori altamente qualificati grazie alla loro capacità di essere autonomi nell’analisi dei testi loro
affidati;
• Ricercare all’interno della tradizione artistica, culturale e didattica del Piccolo Teatro una specificità legata
all’analisi e all’interpretazione dei miti, degli autori tragici e delle riscritture contemporanee del tragico;
• Fornire gli elementi tecnici e le abilità intellettuali c he consentano agli allievi di affrontare le difficoltà
dei linguaggi della tragedia in tutte le sue implicazioni.
Seguono gli articoli relativi alle attività della
Scuola di Teatro del Piccolo Teatro di Milano:
Nell’ambito di Lombardia Plus 2019/20 Linea Cultura, il Progetto formativo del Piccolo Teatro, intitolato Dallo Studio al
Palcoscenico e destinato agli allievi del III anno del Corso Giorgio Strehler, si prefigge l’obiettivo generale di consegnare
al mondo del lavoro un Attore in grado di assolvere alle svariate richieste del mercato. La crisi epidemiologica, determinata
dal Covid-19, ha interrotto al 23 febbraio 2020 la possibilità di dare continuità formativa agli allievi, impedendo loro di
conseguire i risultati attesi. Nell’idea pedagogica della scuola, l’attore è identificato come un profilo professionale
complesso, che presenta molteplici abilità (recitazione, movimento espressivo, educazione della voce, canto, teatro danza),
ciascuna delle quali viene affrontata, nel periodo di formazione, attraverso sezioni monografiche dedicate che, per le loro
caratteristiche, non possono essere affidate alla Formazione a Distanza. Per questo motivo, in perfetta linea con quanto definito
da Regione Lombardia con Deliberazione n° XI/3063 del 20 aprile 2020, il Piccolo Teatro ha deciso di riprogrammare le attività
didattiche. Compatibilmente con le disposizioni del Governo, la ripresa delle lezioni dovrebbe avvenire a settembre 2020 con il
recupero della parte di consolidamento delle materie tecniche, mentre, da gennaio, la formazione dovrebbe proseguire con
l’incremento di seminari di specializzazione con importanti registi, per concludersi al luglio con il saggio di diploma,
sotto la guida di Carmelo Rifici. La scelta di prolungare al luglio 2021 il periodo di formazione del Corso Giorgio Strehler
risponde alla necessità, ancora più evidente in questo momento di grave crisi, di proteggere gli allievi, seguiti con rigore
e passione in questi due anni e mezzo, da una situazione troppo precaria, che potrebbe impedire loro di concludere la felice
esperienza della scuola con una soddisfazione professionale, come da consuetudine per gli studenti della Scuola del Piccolo
Teatro, prima che questa pandemia mettesse così in difficoltà anche il settore pedagogico. La soluzione che la Direzione
intende adottare, in linea con l’onestà intellettuale e l’impegno verso i giovani, qualità che hanno sempre distinto le scelte
del Piccolo Teatro, è di creare un vero e proprio quarto anno di studi, che non si limita solo a raggiungere il monte ore perso
a causa del blocco delle attività, ma cerca di riportare l’attuale stato psicologico degli studenti, fragile e dubbioso verso
il futuro, verso la serenità e la speranza, condizione esistenziale sacrosanta alla fine di un percorso importante come quello
offerto dalla Scuola del Piccolo Teatro. Ora più che mai, il Piccolo Teatro sente profondamente la responsabilità di sostenere
gli allievi non solo da un punto di vista pedagogico, ma anche, e soprattutto, umano e affettivo, seguendone il percorso fino
all’inserimento nella sfera professionale. Il Piccolo Teatro, da sempre chiamato a rispondere del futuro dei giovani, crede
fermamente che non sia il momento giusto per permettere che i propri studenti lascino le aule della scuola, come una famiglia
responsabile non lascerebbe che i propri figli escano di casa se fuori c’è una tempesta. La Scuola del Piccolo Teatro pone grande
cura ed attenzione, non solo alla parte di formazione, ma anche a quella, tanto delicata e difficile, del successivo approccio
alla professione, accompagnando con estrema sensibilità i propri ragazzi dalla Scuola al Lavoro. A maggior ragione, in questa
fase di incertezza, la Scuola del Piccolo desidera essere al fianco dei propri allievi, supportandoli ed aiutandoli a superare
questo momento tanto complesso e incerto per il futuro del teatro, desiderando proteggerli fino a quando la situazione non sia
tornata a una fase accettabile. La possibilità che Regione Lombardia offre di procrastinare il termine del progetto a novembre
2021, rende fattibile questo obiettivo, permettendoci di modificare l’offerta formativa secondo questa ipotesi di cronoprogramma:
- Settembre/dicembre - Ripresa delle lezioni con docenti di materie tecniche e conclusione delle lezioni di recitazione/interpretazione interrotte a febbraio;
- Gennaio/aprile - Seminari di alto perfezionamento, in accordo con la Direzione del Piccolo Teatro di Milano; possibilità di conoscere importanti
professionisti della scena contemporanea e di utilizzare questo ulteriore periodo di studio per affinare le proprie competenze.
Percorso didattico essenzialmente rivolto al lavoro sul palcoscenico, in uno scambio proficuo tra scuola e opportunità di messa
alla prova degli strumenti acquisiti e affinamento delle tecniche di recitazione per il cinema e la televisione, con esperti del settore.
- Maggio/luglio - Preparazione del Saggio di fine Corso con la regia del direttore della scuola, Carmelo Rifici.
In coerenza con la riprogrammazione didattica, a settembre la scuola ha ripreso la normale attività, rispettando il calendario
indicato. Si conferma che la preparazione del saggio è prevista tra maggio e luglio.
Il bando per il triennio 2021/2024 è stato pubblicato il 22 maggio 2021.
Piccolo Teatro Studio Melato
Anche quest’anno il Festival MITO SettembreMusica – alla XI Edizione – ha chiesto al Piccolo di ospitare parte della
programmazione. Al Teatro Studio Melato e al Teatro Grassi cinque concerti, in una commistione di linguaggi che
appartiene alla storia del Piccolo. Gli appuntamenti si svilupperanno attorno al tema scelto quest’anno dal
Festival: Natura.
Il festival MITO SettembreMusica 2017 si sviluppa sull’arco di 19 giorni, quest’anno dal 3 al 21 settembre, durante
i quali le città di Milano e Torino sono invase da 140 concerti. Tutti con musica classica. E tutti assolutamente
originali, perché costruiti declinando un tema che cambia ogni anno. Alcuni appuntamenti sono nei luoghi di più
antica tradizione (il Teatro alla Scala, il Teatro Regio, i Conservatori, il Piccolo Teatro), altri in spazi meno
usuali e alcuni nelle due piazze principali (piazza del Duomo, piazza San Carlo), dove si svolge anche MITO open
singing e migliaia di cittadini si ritrovano a cantare in coro.
Per informazioni www.mitosettembremusica.it 20
Da quest’anno, con la nuova direzione artistica di Benedetto Sicca, Tramedautore si propone come Festival
Internazionale delle Drammaturgie. Il plurale ha qui la sua importanza: la drammaturgia, ancor più oggi, si rivela
capace di attraversare tutti i territori e i linguaggi, verbali e non verbali, in grado di elaborare un pensiero
sulla contemporaneità. Questa la visione che informa il programma del festival che porterà in scena opere
provenienti dall’Italia, Belgio, Francia, Svezia e Olanda, concentrandosi sulla fragilità dei valori di quella parte
di Europa teoricamente alla testa del continente “a due velocità”.
In questa edizione le vite dei cittadini saranno raccontate dagli autori con la capacità di fotografare le
situazioni e gli stati d’animo di ciascuno di noi, le paure e le fragilità, di cui, forse, non abbiamo ancora
coscienza.
E ancora performance di strada e concerti nel Chiostro al termine degli spettacoli.
Tramedautore, a partire dal 2017, avvierà anche una sezione di alta formazione, Trame Temporary School (TTS), in cui
gli artisti coinvolti nel festival e un gruppo di giovani performer, daranno vita a momenti di formazione formale e
non formale, finalizzati a nuove creazioni che troveranno spazio nel festival nel 2018.
La TTS nasce in collaborazione con BASE Milano, mare culturale urbano, Zona K.
“Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”. Così si preannuncia l’ultimo
spettacolo del Polo artistico di San Patrignano, presentato dalle note di regia di Pascal La Delfa. In scena i
ragazzi della Compagnia di San Patrignano e le musiche originali di Nicola Rosti, eseguite dai ragazzi del
SanpaGroup.
"Dal sonno al sogno, un cammino verso la ‘verace vita’ abbandonata nella selva oscura. Dal sogno al segno, il segno
polivalente della visione, dell’intuizione o illuminazione dell’estasi. L’Inferno celebra la camminata umana, la
misura e il ritmo dei passi, il piede e la sua forma.
In viaggio quindi, in cammino, per contare i nostri passi, per rialzarsi se si cade, in cammino per restare in
piedi, andare verso noi stessi per ri-conoscersi, capaci di affrontare il rischio di non superare la prova. Amore e
odio, dolore e gioia, condanna e salvezza, perdono e speranza; questa la materia da affrontare durante il viaggio
con corpo ed anima. Per Coro e Soli è il nostro modo di fare teatro, ormai consolidato, la forma espressiva con la
quale ci presentiamo e confrontiamo e che ci contraddistingue nel panorama teatrale nazionale".
Il regista Pascal La Delfa da anni si occupa di teatro sociale in situazioni di disagio e prevenzione e di teatro
divulgativo.
Il Progetto su dante del Polo Artistico di San Patrignano è sostenuto dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera.
Il 14 maggio 2017 cade il 70° anniversario del Piccolo Teatro: 25.500 giorni di "Teatro d'Arte per tutti" da
ripercorrere attraverso gli spettacoli - italiani e internazionali - in scena al Teatro Strehler, Grassi e Studio
Melato, ma anche in alcuni luoghi della città come l'Anfiteatro Martesana o l'Istituto Penitenziario Minorile
Beccaria, mostre e video nello spazio Rovello2, lungo via Dante e all'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele,
videoproiezioni sulle facciate dello Strehler e del Grassi, incontri con ospiti internazionali, concerti dedicati a
Fiorenzo Carpi e una serata con Ornella Vanoni che canta le canzoni della mala, la pubblicazione del volume "La
ricerca della bellezza", spettacoli e interpreti visti da Giulio Giorello in collaborazione con gli Archivi del
Piccolo. Edito da Corraini Editori che ne cura anche la distribuzione. E tanto altro ancora...
Giornate di studio in Università e incontri nei teatri per esplorare la vocazione internazionale del Piccolo Teatro.
Chiostro Nina Vinchi
venerdì 12 maggio 2017, ore 15 - Incontro con Stéphane Braunschweig, Sergio Escobar, Paolo Magri e Lluís Pasqual, in
collaborazione con Institut français Milano
mercoledì 24 maggio 2017, ore 17 - Incontro con Rosanna Binacchi, Sergio Escobar, Alessandra Lavagnino e Lou Wei in
collaborazione con Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano
venerdì 26 maggio 2017, ore 17 - Incontro con Sergio Escobar, Flavia Foradini e Thomas Ostermeier, in collaborazione
con Goethe-Institut Mailand
ingresso libero con prenotazione a www.piccoloteatro.org/it/milanoeuropamondo
Piccolo Teatro Grassi
9 maggio 2017
Università degli Studi di Milano (p.zza S. Alessandro)
18 maggio 2017
Milano, l’Europa, il Mondo. Settant’anni di teatro internazionale al Piccolo
In collaborazione con Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Lingue e Letterature straniere
Institut Français Milano, Corso Magenta 63
13 maggio 2017, ore 15.30v
Proiezione de “La trilogie de la villégiature”
A cura di Institut Français Milano, proiezione della versione integrale de La trilogia della villeggiatura di
Goldoni (in francese), spettacolo che Strehler mise in scena nel 1978 all’Odéon Théâtre de l’Europe con gli attori
della Comédie-Française. Ingresso gratuito su prenotazione
www.institutfrancais.it/milano
Piccolo Teatro Studio Melato
5 ottobre 2017
Lezione aperta
Un momento dedicato ai settant’anni di produzioni del Piccolo Teatro a cura di Alberto Bentoglio, docente di Storia
del teatro e dello spettacolo, Università degli Studi di Milano, con la partecipazione di Maria Grazia Gregori e
Maurizio Porro.
Piccolo Teatro Grassi
30 ottobre 2017
Il lavoro di Paolo Grassi dal 25 aprile 1945 al 14 maggio 1947
Un appuntamento a cura di “Fondazione Paolo Grassi – La voce della cultura” per raccontare il percorso di Paolo
Grassi dalla Liberazione alla fondazione del Piccolo Teatro.
Chiostro Nina Vinchi
16 maggio 2017, ore 14
Giornata di studi col coordinamento di Davide Verga (Archivio Storico del Piccolo Teatro) e di Emilio Sala (Università degli Studi di
Milano).
Conservatorio di musica “G. Verdi”, Sala Puccini
17 maggio 2017, ore 20 (ingresso libero)
La musica cameristica di Fiorenzo Carpi
Alcuni dei migliori talenti del Conservatorio di Milano – dove Carpi si diplomò nel 1945 – si esibiscono nelle
composizioni cameristiche dell’artista.
Auditorium di Milano
27 maggio 2017, ore 20.30v
La Verdi festeggia: Fiorenzo Carpi
Il concerto è stato rinviato a data da destinarsi.
Teatro Studio Melato
1 ottobre 2017v
Fiorenzo Carpi: 50 anni di musiche per il Piccolo Teatro
Gli allievi del Conservatorio di Milano eseguono le musiche composte da Carpi per le scene del Piccolo Teatro.
Piccolo Teatro Grassi
8 maggio 2017, 19.30
Il sentimento della parola
A cura di Guido De Monticelli e Roberta Arcelloni, una serata dedicata a Roberto De Monticelli, un omaggio al
critico-scrittore scomparso trent’anni fa, ma soprattutto un’occasione per attraversare, con parole e immagini,
mezzo secolo di teatro italiano e riandare a un passato che si fa spesso sorprendente prefigurazione del presente.
Piccolo Teatro Grassi
Mercoledì 10 maggio 2017, ore 17
Presentazione documentario Rai Cultura
Arlecchino segreto
a cura di Felice Cappa, regia Barbara Pozzoni
Felice Cappa racconta Ferruccio Soleri, dal 1960 l’Arlecchino di Strehler, in un un film documentario di 50 minuti.
Regia di Barbara Pozzoni. Il documentario sarà presentato in anteprima al Piccolo.
Foyer Teatro Grassi
19 maggio 2017, dalle 18
Un francobollo per il 70°
Il Ministero dello Sviluppo Economico dedica l’emissione al 70° del Piccolo. Il 19 maggio, presentazione del
francobollo accompagnata da “annullo speciale giorno di emissione” in collaborazione con Poste Italiane.
Il Piccolo con BEIC
In occasione del settantesimo anniversario, Piccolo Teatro e BEIC siglano un accordo di collaborazione per la
diffusione di materiale dell’archivio del Piccolo nell’ambito della sezione digitale della Biblioteca Europea di
Informazione e Cultura.
Anfiteatro Martesana
30 maggio 2017, ore 16
Arlecchino servitore di due padroni
Recita straordinaria dello spettacolo all’aperto, nel Parco che sorge tra i quartieri di Gorla, Turro e Crescenzago,
nella zona di via Padova.
Istituto Penitenziario Minorile Beccaria – Teatro Puntozero
31 maggio 2017, ore 20.30
Arlecchino servitore di due padroni
Lazzi, duelli, canzoni, scene d’amore e baruffe: tutta l’energia di Arlecchino va in scena sul palcoscenico di un
teatro speciale, dove sono nati spettacoli che nelle ultime stagioni il pubblico del Piccolo ha seguito con
passione.
Il
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa, nel semestre Expo da Maggio a Ottobre 2015, propone una
programmazione ininterrotta di teatro, danza, musica e cinema. Per sei mesi il sipario delle tre sale - Teatro
Strehler, Teatro Studio Melato e Teatro Grassi - si alza su oltre 300 appuntamenti di spettacolo: le grandi
produzioni teatrali del Piccolo, il meglio del teatro italiano e dal mondo tra tradizione e ricerca e un Festival
internazionale di danza. Il Chiostro rinascimentale di scuola bramantesca “Nina Vinchi”, trasformato nel quarto
palcoscenico del Piccolo, diventa il cuore di Milano, sempre aperto al pubblico con un’offerta continuativa di
cultura e di incontro. Gli spettatori possono scegliere, anche seduti ai tavoli del caffè letterario, tra prosa,
concerti jazz, cinema all’aperto e spettacoli-laboratorio per ragazzi, immersi nell’atmosfera unica di un luogo
definito imperdibile anche dalle guide turistiche internazionali. È una programmazione rivolta al pubblico che
vogliamo si senta pienamente cittadino di Milano da qualunque parte del mondo provenga: gli spettacoli italiani
saranno proposti con i sovratitoli in inglese mentre gli spettacoli internazionali saranno proposti in lingua
originale e sovratitolati in italiano. Abbonamenti speciali per il Semestre Expo 2015 Pass 2 You e Pass 4 You sono
gli abbonamenti pensati per questo eccezionale Semestre e validi per per tutti gli spettacoli in abbonamento in
scena nelle tre sale del Piccolo da maggio a ottobre del 2015. Con la possibilità di vedere gli spettacoli anche in
compagnia. In vendita a partire dal 9 marzo 2015.
Sono aperte le iscrizioni al Master in Performing Arts Management organizzato dal
Piccolo Teatro in
collaborazione con Accademia Teatro alla Scala e MIP-Graduate School of Business del Politecnico di Milano,con il
patrocinio di Opera Europa, l’associazione che raccoglie 150 fra i più importanti teatri d’opera e festival lirici
europei. Quest’anno il Master si arricchisce di prestigiose collaborazioni: il DeVos Institute of Arts Management di
Washington D.C., l’Università di Zurigo e la National Italian American Foundation (NIAF). L’iscrizione è da
inoltrare online attraverso il modulo disponibile sul sito dell’Accadema della Scala entro il 30 settembre 2015 per
cittadini di Paesi extra europei e il 30 novembre 2015 per i cittadini dell’Unione Europea. Per saperne di più sono
stati organizzati alcuni Open Day, prossimi appuntamenti 8 luglio e 8 settembre 2015, e due presentazioni in
streaming (a questo link), il 17 giugno e il 9 settembre 2015 alle ore 18 (per effettuare l'accesso è necessario
registrarsi al sito del MIP). Per maggiori informazioni e iscrizioni visita la pagina dedicata. Il "Master in
Performing Arts Management" si pone come obiettivo la formazione di professionisti in grado di ideare, organizzare e
gestire lo spettacolo dal vivo, seguendone tutti i processi produttivi, comunicativi e legislativi. I corsi iniziano
a gennaio 2015 e terminano nell’aprile 2016: un anno e mezzo d’intenso lavoro sotto la guida di specialisti del
mondo artistico e manageriale, una didattica learning by doing in stretto contatto con il mondo del lavoro, una
fitta rete di rapporti internazionali nel mondo dello spettacolo, la possibilità di vivere da vicino la vita del
teatro. Economia e cultura sono due aspetti tanto diversi quanto complementari per lavorare nel mondo delle
Performing Arts. Con il Master queste due anime si uniscono formando figure professionali complete per competenze
manageriali e conoscenze artistiche. Il Master si rivolge a laureati o a candidati che abbiano esperienza lavorativa
di almeno tre anni maturata nell’ambito dello spettacolo dal vivo. La conoscenza dell'italiano e dell'inglese è
indispensabile.
Scuola del Piccolo Teatro - Teatro Studio di Milano
via Rivoli, 6
20121 Milano (MI)
tel: 02/72333222
fax: 02/874836
email: info@piccoloteatro.org
Sito: http://www.piccoloteatro.org/
Mezzi pubblici: Tram: 1 3 4 12 14; Bus: 43 57 61 70.
Nel 1858-9 l'industriale Carlo Fossati costruì il Teatro Fossati, l'entrata principale verso il Castello,
nell'attuale via Rivoli, ed il secondario a Porta Comasina
(attuale corso Garibaldi).
E' stato ristrutturato completamente da Marco Zanuso, nel 1984-87, a cui si deve anche la progettazione della nuova
sede del Piccolo Teatro . E' stato ricavato uno spazioaperto adatto ai cosiddetti spettacoli di ricerca. Delimitato
da una gradinata a semicerchio ha due file di loggioni sovrapposti. Questa struttura è sede della
Scuola di
Teatro del Piccolo Teatro di Milano.
L'ingresso del vecchio Teatro Fossati è
La Scuola di Teatro del "Piccolo" fondata da Giorgio
Strehler nel 1987. Nel panorama dei progetti didattici d'arte drammatica in Italia, la scuola si distingue perché,
nei quindici anni di lavoro nell'ambito di una prestigiosa istituzione culturale come il Piccolo Teatro, è diventata
una parte integrante, una funzione del Teatro stesso.
Attività prevalente:
Teatro di prosa e di ricerca; Concerti;Scuola di teatro del Piccolo.
Palcoscenico
Larg. max interna m 18
Profondità m 20
Pendenza (%) 0º
Altezza boccascena m non c'è
Altezza graticcio m 16
Potenza elettrica Kw 200
Numero posti: platea 268 - galleria Balconata 138, totale 406
Camerini: 12 camerini
Note: Accessibile ai disabili; servizio bar e guardaroba.
Scuola di Teatro del Piccolo di Milano: selezione del Corso per Attori, domande entro il 28 agosto 2011
È aperto il
Bando di Concorso per partecipare alle selezione del Corso per attori Jean
Louis Barrault della
Scuola di Teatro del Piccolo. Il corso, destinato a 25 allievi, si svolgerà
dal novembre 2011 al giugno 2014. La prima selezione avrà luogo il 5 settembre 2011.
I requisiti per l’iscrizione al Bando di Concorso sono: data di nascita compresa tra l’1/1/1986 ed il 31/12/1993 e
il possesso di Diploma di Scuola Media Superiore. Il modulo per la domanda di ammissione deve pervenire, debitamente
compilato, entro e non oltre il 28 agosto 2011.
La
Scuola di Teatro del "Piccolo" fondata da Giorgio Strehler nel 1986 è oggi diretta da Luca
Ronconi. Nel panorama dei progetti didattici d'arte drammatica in Italia, la nostra scuola si distingue perché, nei
diciannove anni di lavoro nell'ambito di una prestigiosa istituzione culturale come il Piccolo Teatro, è diventata
una parte integrante, una funzione del Teatro stesso.
Questa unità organica consente di coniugare l'attività di formazione propria della Scuola con l'attività di
produzione del Teatro, favorendo così il graduale inserimento degli allievi nella professione, senza nessuna
frattura tra il periodo di studio e il momento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Il progetto della Scuola non può
prescindere dall'alto livello professionale dei docenti che sono non soltanto personalità di grande esperienza
professionale, ma anche e soprattutto maestri di notevole capacità pedagogica, disposti ad apprendere a loro volta,
a sperimentare nuove applicazioni, a ricercare insieme agli allievi.
Il legame con la realtà teatrale è perseguito anche attraverso l'organizzazione di seminari con personalità di
grandissimo rilievo che passino dalla nostra città. Negli anni passati la Scuola ha ospitato le lezioni di danza di
Carolyn Carlson e di Micha van Hoecke, di Fedele D'Amico e di Guido Davico Bonino sul "Don Giovanni", di Oscar
Schindler sui processi comunicativi, di mimo di Marcel Marceau, di recitazione di Bruce Myers (della compagnia di
Peter Brook), di Peter Stein e di Sam Schacht (dell'Actors Studio).
Attore teatrale in tre step: prima il gruppo dell’oratorio, poi “l’esame al liceo”, per approdare
alla
Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Oggi
Davide Paciolla, 28 anni, è un
attore professionista. In molti lo sognano: «Da grande voglio fare l’attore». Ma dietro questo
desiderio si celano fatica, sudore. Perché il
talento non sempre basta. Abbiamo fatto due
chiacchiere con Davide che negli ultimi mesi è in tournée con “
Ghost, il musical” che ha fatto il
pieno di applausi e successi al
Teatro Nazionale di Milano.
Come e quanto hai cominciato? «Ho iniziato a recitare durante le scuole medie al laboratorio di
teatro come attività extrascolastica. Successivamente frequentando l’oratorio ho incontrato un gruppo di ragazzi più
o meno coetanei che aveva formato una compagnia filodrammatica. Da lì ho fatto un po’ di esperienza in qualche altro
gruppo della città: anche cimentandomi nei musical. Grazie a queste compagnie ho accumulato quello che si può
chiamare un piccolo bagaglio di esperienza e
formazione sul campo».
Quando hai capito che eri nato per fare l’attore? «L’ultimo giorno del liceo, poco prima della
maturità: scrissi una piccola commedia in cui mi immaginavo due compagni di classe che dopo 60 anni
si incontravano al parco, ormai nonni, e divertiti, ricordavano i propri insegnanti. Insomma una parodia di ogni
professore con gli aneddoti più simpatici del liceo. Un “one man show”. Mi diedero addirittura le ultime due ore di
lezione. Mi organizzai con costumi di scena, oggetti, sistemammo l’aula come un teatro: come palcoscenico la
cattedra e in platea tutto il corpo docente e gli studenti delle classi vicine. Quello che per me era nato come
gioco si rivelò poi uno spettacolo vero e proprio. E i commenti sinceramente positivi di compagni e soprattutto
insegnanti mi fecero maturare l’idea di tentare i provini per le varie scuole di teatro d’Italia e di farlo
diventare un lavoro».
Poi? «Mi sono trasferito a Roma e ho cominciato l’
Università per accontentare
anche i genitori e il loro desiderio del famoso “pezzo di carta”. Nel frattempo ho iniziato a fare provini, cercare
lavoro nel teatro. Ho capito, nel giro di poco tempo, che l’università non faceva per me: lasciai gli studi e mi
dicesi di tentare a 23 anni quello che in gergo si chiama il “
gran tour”, cioè il giro di tutte le
maggiori scuole di recitazione riconosciute in Italia. Io tentai solo al
Teatro Stabile di Genova e
al
Piccolo Teatro di Milano. In quest’ultimo passai i provini. Esperienza fantastica, unica. Sono
uscito, dopo 3 anni di sacrifici, con un
diploma di Alta Formazione Professione, riconosciuto dalla
Regione Lombardia e a livello Nazionale con la qualifica di
Attore Professionista».
Come si ottiene il diploma? «Il
diploma si ottiene in qualunque
scuola di
teatro riconosciuta dallo Stato. E di solito non sono a pagamento perché si entra come vincitori di
borse di studio, dopo minimo tre selezioni. Le altre scuole di teatro in cui si paga una retta
anche molto alta risultano meno credibili e meno attendibili come
formazione perché pagando è
difficile che gli allievi vengano scartati. Ultimamente stanno nascendo in ogni dove scuole di teatro con insegnanti
di ignota provenienza o di dubbia formazione che prospettano una sicura carriera e un pronto inserimento nel mondo
dello spettacolo, in cambio di molti soldi che spesso servono al mantenimento dei suddetti insegnanti. Questa è
sempre una generalizzazione, ma se si vuole scegliere una scuola forse è meglio indirizzarsi su quelle riconosciute
e con un po’ di storia».
Quali consigli?«Ne propongo alcune. Prendo spunto dalla rivista di teatro
Hystrio. Ecco alcuni nomi: Civica
Scuola d’Arte
Drammatica Paolo Grassi di Milano, Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, Civica Scuola
d’Arte di Drammatica di Cagliari,
Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, Accademia dei
Filodrammatici di Milano,
Scuola del Piccolo Teatro di Milano,
Scuola del Teatro Stabile di
Genova, Scuola di teatro del Teatro Stabile di Torino, Scuola del Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni
di Padova, Scuola del Teatro Biondo Stabile di Palermo, Scuola di Arte Drammatica Umberto Spadaro di Catania,
Scuola Nazionale di Cinema di Roma».
Studiare è importante? «Io ho studiato in una scuola per tre anni e ho un diploma, quindi so
recitare, quindi sono un attore. Non è vero. Così come un neolaureato in medicina non è un bravo medico o un bravo
chirurgo. Il diploma serve a certificare che tu hai studiato tutte le discipline inerenti al tuo lavoro e a
garantire che tu sei formato per entrare nel mondo del lavoro. Ciò che fa la differenza è
l’
esperienza. La funzione della scuola è quella di formare attori che abbiano una “grammatica” di
base comune per poter lavorare in qualsiasi teatro e per qualsiasi genere di teatro, dalla tragedia classica al
musical».
Dalla scuola al teatro, quello vero. Come si trova lavoro?«Per trovare lavoro in
teatro bisogna cercare su internet su siti appositi, ci si può iscrivere alle mailing list dei
teatri che pubblicano bandi pubblici, ci si può affidare anche al passaparola. I
siti di settore
sono un buon mezzo per arrivare a molte persone, ma sono spesso intasati da annunci di lavoro di persone non
professioniste che offrono lavoro non retribuito, o a budjet ridotto con promessa di visibilità. Ricordo a tutti che
questo è un lavoro e che va sempre pagato. Un consiglio che mi sento di dare: prima di inviare il vostro materiale,
fate prima una piccola ricerca su Google e su Youtube sul
regista o sul
produttore,
per capire meglio se si tratta di una piccola truffa, di un incompetente o della promessa del teatro italiano. In
ogni modo arriverete più preparati al provino. Bisogna scrivere il proprio
curriculum artistico il
più ordinato possibile con tutti i dati anagrafici, recapiti e le esperienze lavorative in ordine cronologico
partendo dall’ultima praticata».
E col cinema e la tv? «Per lavorare invece nel
cinema,
televisione e
pubblicità non ci sono siti: bisogna avere
un’
agenzia. Un’ agenzia che si occupa di procurare all’attore il provino e che gestirà il famoso
contratto. Le agenzie serie non chiedono soldi per iscrizioni o per le spese di cancelleria. Non propongono corsi
obbligatori di portamento o di recitazione davanti alla telecamera. Di solito l’agente percepisce una percentuale
sul compenso di un lavoro che ha procurato lui, andato a buon fine. Le percentuali variano a seconda se parliamo di
pubblicità, cinema o televisione. Le agenzie più accreditate sono quelle storiche che ognuno di noi può trovare su
internet e sono quelle che durano da più tempo. Ma ce ne sono anche qui molte che nascono ogni giorno per varie
fusioni o distaccamento di qualche agente che ha voluto un’agenzia propria. Anche qui funziona il passaparola, basta
tener presente gli avvertimenti di cui sopra».
Dicci qualcosa a proposito dei contratti che riguardano questo settore. «Esiste il contratto
nazionale. Diciamo che questo è il non plus ultra per un attore, con tutti i diritti e i privilegi che un attore può
desiderare o a cui aspira. La realtà è ben diversa. Ci sono anche le scritture private. Un accordo privato tra
produttore e attore».
Ma si “lavora” davvero? «Quello dell’attore scritturato è un lavoro molto
precario.
Per questo non c’è da stupirsi se si vede un attore che tra un lavoro e l’altro trova lavoro come cameriere o
commesso. Ho la fortuna di fare un lavoro che ho scelto, nonostante le difficoltà. E quando mi sono trovato senza
lavoro mi sono dedicato al dietro le quinte, come assistente alla regia, tecnico di palcoscenico, autista, ho
montato e smontato le scenografie, come amministratore, ho scritto monologhi, partecipato a concorsi e bandi
teatrali».
SAGGI DI FINE CORSO: SCUOLA DEL PICCOLO TEATRO DI MILANO E TEATRO STABILE DI TORINO A che serve
essere giovani se il teatro è un mondo per vecchi
Mi è capitato, per una fortunata coincidenza, di assistere in questi giorni ai
saggi di diploma
della
Scuola del Piccolo Teatro di Milano e a un saggio di fine secondo anno della Scuola del
Teatro Stabile di Torino. Mi sono chiesta se fosse corretto parlare in questo blog di due saggi che non avevano la
pretesa di essere considerati come produzioni da mostrare al pubblico, ma semmai esercitazioni in vista dell’entrata
dei giovani attori nel mondo del lavoro. Mi sono decisa comunque a scrivere, non tanto una recensione, quanto una
serie di pensieri che ho avuto rispetto alla generazione di attori che farà parte della cosiddetta scena
contemporanea. Iniziamo con la Scuola del Piccolo. Ho assistito nella stessa giornata a due diversi saggi, il primo:
un ennesimo
Gabbiano di Cecov e il secondo: un meno scontato
Platonov, sempre dello stesso autore.
Guardando il catalogo delle passate edizioni dei saggi, mi sono accorta, con stupore, che la Scuola del Piccolo
finisce ogni triennio presentando quasi sempre un testo di Cecov a cura di Enrico D’Amato. Ho pensato allora che il
regista-insegnante credesse fermamente, e anche io in parte ne sono convinta, che l’esercitazione degli allievi su
questo autore possa aiutarli a risolvere grossi problemi di recitazione.
Quello a cui ho assistito ha però dello sbalorditivo. Intanto la scarna scena, fatta di sedie inizio secolo, un
siparietto con proiezioni in stile Vecchio Munch e un piccolo palco, e gli eleganti ma consunti costumi della
Spinatelli, non facevano presagire niente di buono e di nuovo, ma la cosa più straniante è stata la direzione dei
giovani attori. Tutti ingabbiati in gesti, intonazioni, ritmi, e posture che fanno risalire il loro lavoro agli anni
50, ovvero alle prime regie di Strehler. Incredibilmente a tratti, qualche atonalità del Ronconi anni 70, in segno
di rispetto e riconoscenza per il loro Direttore. Ora, pace all’anima buona del compianto Maestro e con tutto
l’amore per Ronconi, mi chiedo come possano questi ragazzi affrontare il teatro che fuori della scuola li aspetta.
Come potranno incontrare Latella, Binasco, Rifici, Dante, Cirillo, Malosti e tutti gli altri, se non attraverso dei
traumatici risvegli dal lungo letargo scolastico. Come potranno considerarsi degli artisti se tra i loro riferimenti
non ci sono i grandi registi della scena contemporanea: Marthaler, Ostermejer, ... Non posso chiaramente scrivere
che la Scuola formi cattivi attori, non ho assistito al percorso pedagogico e artistico di questi tre anni, ma ciò
che si può inquietamente affermare è che il loro biglietto da visita, quello scritto per loro dagli insegnanti, non
mette in luce né il talento, né le possibilità espressive dei diplomati. Li schiaccia in una forma antica, bella e
utile solo se vista al museo di storia del costume. Poi diciamocelo, un conto è la poesia di Strehler, o l’acuta
osservazione di Ronconi, altra cosa è lo scimmiottamento. Mi verrebbe da consigliare, ad un teatro già in seria
perdita di prestigio come quello del Piccolo, che è tempo di cambiare e di svecchiare struttura e metodologia. Non
sono contro il passato, credo che sia giusto per i giovani attori incontrare attori del calibro di Nuti, Lazzarini e
Giannotti, è giusto raccordarli ai grandi maestri del passato, ma ancora più giusto sarebbe aiutarli ad
impossessarsi degli strumenti adatti per affrontare presente e futuro.
Auguro a questi ragazzi tutto il bene, per ora mi viene da suggerire ai registi due nomi: il giovane De Mojana,
intelligente e curioso e la brava Rosellini, capace di dare se stessa persino in un saggio dove il lavoro
dell’attore su di sé, il lavoro sui rapporti tra gli attori in scena e tra i personaggi, la vita insomma, non sono
stati minimamente presi in considerazione.
Di altro spirito il saggio su Girotondo di Schnitzler a cura del nuovo direttore della scuola di Torino Walter
Malosti, con l’aiuto prezioso del coreografo Alessio Maria Romano. Qui al contrario, energia pura e libera, fantasia
sfrenata (ci hanno tenuto molto a sottolineare la natura autorale del lavoro, nato sulle improvvisazioni dei ragazzi
poi guidate da Malosti). I corpi degli allievi devo dire sono sorprendentemente vivi e allenati, è un piacere vedere
tanta energia sul palco, tanta voglia di fare. I venti ragazzi, divisi in due gruppi, hanno presentato due diverse
versioni di Girotondo, ognuno apportando la propria personalità e la propria fantasia al servizio dello spettacolo,
confezionato in modo molto pop dal regista. Certo, quest’operazione che avrei stroncato se fosse stata presentata
come uno spettacolo vero, visto che non risolve neanche uno dei problemi di interpretazione posti dal grande
Schnitzler, infarcita così com’è di gag, e goliardie, al contrario, l’appoggio pienamente come esercitazione: qui si
vedono gli interpreti, si vede che cosa possono realmente dare, anzi risultano per lo più bravi, anche se un occhio
attento riesce già a dividere quelli più deboli dagli altri francamente più pronti per la professione.
A Walter Malosti, che si sta dimostrando intelligente conoscitore di ciò che serve al teatro del futuro, portando i
ragazzi ad avere corpi vivi e reattivi in scena, e voci piene ma non impostate, darei, se mi è lecito, un paio di
consigli: il primo è di insistere su una dizione più pulita per alcuni dei ragazzi, l’altra è di non abbandonare il
lavoro sul testo. Essendo lui un bravo regista di atmosfere e sperimentazioni sonore, dovrebbe farsi affiancare da
qualche insegnante che si occupi di analisi del testo, qualche attore o regista (Popolizio? Binasco? Rifici?) che si
distinguono per il loro lavoro sul personaggio.
Anche a questi ragazzi auguro tutto il bene e che riescano presto a incanalare la loro commovente energia nel
lavoro, anche qui qualche nome che già si distingue per autonomia e bravura: Alice Spisa, Jacopo Squizzato,
Christian Mariotti e Anna Charlotte Barbera (quando non esagera).
L'Istituto Italiano di Fotografia ha dedicato alla Scuola del Piccolo un book fotografico che percorre per immagini
la vita della scuola e degli allievi attraverso le varie discipline. Il libro è stato realizzato con gli allievi
dell'8° corso (2008/2011) dedicato a Evgenij Vachtangov.