Durante il percorso formativo i futuri attori, registi, drammaturghi, danzatori-coreografi e organizzatori studiano
e lavorano insieme: oltre ad approfondire le materie specifiche del proprio corso, ogni allievo partecipa infatti a
seminari e laboratori pratici con compagni di indirizzi diversi. Si sviluppa in questo modo la capacità di lavorare
in gruppo, imparando a condividere coi propri colleghi tutte le fasi del percorso creativo: dall'ideazione di un
progetto alla sua realizzazione scenica.
Tel. 02 971525 - Fax 02 36661431
Seguono gli articoli relativi alle attività della
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi Milano
4 Bandi della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi: cerchiamo attori ed attrici per le 4 Esercitazioni del 2° anno Corso
Regia Indirizzo Teatro (AFAM)
Data di pubblicazione: 16/02/2022
Spettacolo inserito nella Rassegna teatrale TESTE INEDITE 2021 - V Edizione Sanare le ferite
1/2/3 ottobre - doppia replica ore 17:30 e 20:30 Teatrino - via Salasco, 4 Civica scuola di Teatro Paolo Grassi
Cinque modi illegali di salvare il mondo parla di due lotte: quella per salvare il mondo e quella per salvare se stessi.
Che poi forse sono la stessa lotta. La domanda che risiede alla base del testo è una domanda che mi ha tormentata ormai
da anni, attraverso tutte le catastrofi, reali o possibili, che il nostro quotidiano sta attraversando: io, e quindi noi,
io e te, siamo immuni a quello che ci succede intorno, o siamo una somma dei problemi del mondo? Cosa ci succede mentre il
mondo finisce? Rovineremo con lui o resisteremo come due atomi nel vuoto?
E’ questa la domanda che muove anche i due protagonisti, che disperatamente cercano di agire sui problemi esterni mentre non
hanno il coraggio di affrontare i loro problemi interni. Infatti A e G, i protagonisti, vivono la fine della loro relazione
mentre affrontano il fallimento del loro tentativo di agire concretamente sul mondo esterno.
A e G non riescono a comunicare, diventano alberi, danzano con le foglie, provano con il linguaggio dei segni, si fanno del
male, ma non riescono a colmare il vuoto tra di loro. Non riescono neanche a colmare il vuoto tra loro e la realtà, perché
tutti i loro atti vengono riassorbiti come un solletico sull’epidermide della società. Nessuno li salva. Loro non riescono
a salvare nessuno. Neanche loro stessi.
La Summer School è il cuore dell'offerta formativa Open della Scuola Paolo Grassi. Si rivolge ad un pubblico il più
eterogeneo ed ampio possibile con l'obbiettivo di fornire grammatiche, tecniche ed approfondimenti della didattica
per la scena. Propone seminari a carattere intensivo, sia in fascia diurna che serale, strutturati in modo da
agevolare la frequenza anche di allievi eventualmente fuori sede o lavoratori. E' possibile acquisirvi strumenti
pre-professionalizzanti e orientativi al pari di metodologie professionali di matrice internazionale.
L'edizione 2017 Scena e Retroscena presenta un'ampia gamma di approfondimenti tecnici e metodologici relativi alla
recitazione, all'uso espressivo del corpo, alla ricerca della propria autorialità scenica, alla regia come know-how
compositivo spendibile in qualunque contesto si richieda di trasformare contenuti in eventi e alla formazione nella
conduzione di laboratori teatrali in contesti sociali ed educativi.
“Teste Inedite” : http://www.fondazionemilano.eu/teatro/2010/07/eventi-spettacoli-progetti-internazionali
Teste Inedite è un progetto della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi composto da sei spettacoli originali, basati
su testi scritti dai diplomandi autori teatrali della scuola: Giorgia Aimeri , Elisa Campisi, Matteo Caniglia,
Riccardo Favaro, Tatjana Motta, Riccardo Tabilio. La messa in scena (per tre settimane dall’8 al 22 giugno al Teatro
Franco Parenti) è curata da cinque registi diplomandi Enrico Baraldi, Claudia Corona, Virginia Landi, Giovanni
Ortoleva, Ida Treggiari e da una regista diplomata Valentina Malcotti, con la partecipazione di attori
professionisti.
Teste Inedite è il frutto della quinta edizione del Laboratorio delle Idee di Tatiana Olear dedicato all'ideazione,
sviluppo e messa in scena di un testo originale.
Durante il laboratorio, viene lasciata ampia libertà di scelta su forma e contenuto dei testi: ogni allievo deve
crearsi le proprie regole del gioco e scoprire dentro di se le proprie urgenze da esprimere. L’unico limite imposto
è quello della coerenza interna dell'opera stessa.
I testi messi in scena, rivolgono l’attenzione ai cambiamenti che sta vivendo il nostro mondo.
Con Studio di funzioni su corpo di madre Giorgia Aimeri, giocando con la struttura e variando i linguaggi scenici,
racconta alcuni possibili destini di una donna in carriera e le varie possibilità del suo rapporto con un figlio
adulto. Nel suo DEath Education Elisa Campisi unisce l'intreccio di tre trame a dei frammenti video e ci fa
conoscere le strane e strambe forme che assume la ricerca della spiritualità nel mondo odierno. Materiali per una
ruota panoramica è un testo poetico di Matteo Caniglia che ci fa vivere un amore impossibile all'interno di un
surreale parco di divertimenti. Attraverso le molteplici variazioni del linguaggio verbale,Riccardo Favaro ci porta
in un mondo Molto Crudele, in cui imperversa un misterioso virus. Tutto a fuoco di Tatjana Motta è invece
un'esperienza a metà strada tra lo spettacolo teatrale e il film, che mette continuamente alla prova la nostra
percezione della realtà. Il testo drammatico di Riccardo Tabilio, La ballata del Delta, ci presenta una famiglia del
Nord Italia per poi trasportarci in un incubo (forse) reale.
Le messe in scena sono state accompagnate dai docenti della scuola: Massimo Navone, Tatiana Olear, Michele De Vita
Conti. Gli spettacoli si avvalgono di una pluralità di linguaggi scenici e tecnologici: musica originale, canto,
danza, videoproiezione, video mapping, spazializzazione del suono, riprese audio e video dal vivo e mixaggio in
diretta di immagini e suoni.
Questa coniugazione di linguaggi è l’espressione di uno degli obiettivi del programma didattico della scuola.
Al progetto collaborano la Scuola di Scenografia dell’Accademia delle Belle Arti di Brera con gli allievi scenografi
e costumisti tutorati da Davide Petullà, Beatrice Laurora e Claudia Botta la Scuola Civica di Musica Claudio Abbado
- Istituto di Ricerca Musicale con gli allievi compositori tutorati da Giovanni Venosta e Alberto Morelli e la
Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti (Dipartimento Multimedia) con i videomaker Chiara Caliò,Alice Gagliardi, e
Davide Cazzani e la collaborazione di Fabio Brusadin.
Sulla scena la grande macchina produttiva di un set, in cui si assemblano e si smontano elementi per ricostruire
porzioni di realtà credibili sullo schermo. La propaganda viene trasmessa in presa diretta, i video circolano in
modo virale, il contagio avviene attraverso le immagini. Lo spettro del nuovo virus si aggira per l’etere e la paura
si diffonde. La distorsione della realtà invade la scena, gli attori sprofondano sempre di più nel set, fino a
esserne inghiottiti, masticati e sputati fuori su due schermi piatti. Se sullo schermo tutto è coerente e credibile,
al di fuori tutta la finzione è dichiarata. Una musica arriva da un luogo nascosto, ma è una vera musica? Una luce
colora il set di rosso, ma è solo sangue, molto sangue.
Ingresso 7,50€ - prenotazioni Biglietteria@teatrofrancoparenti.it
Mercoledì 31 maggio (fino a domenica 4 giugno, dalle 11:00 alle 19:30) in Sala Teatro inizia con il “Laboratorio
delle Idee” la seconda annualità di Terre Promesse, il progetto internazionale promosso dalla Civica Scuola di
Teatro Paolo Grassi che si occupa di approfondire, dal punto di vista teatrale, il fenomeno della migrazione, al cui
sviluppo assistiamo quotidianamente.
Pensiamo sia necessario che il teatro se ne occupi, come veicolo di conoscenza e riflessione.
Metropolis, questo il titolo dell’edizione 20017 di Terre promesse, è diretto da Giampiero Solari, direttore
dell’Accademia milanese e realizzato insieme al Centro Culturale Zahrada (Banska Bystrica) SLOVACCHIA, Continuo
Theatre(Praga) REPUBBLICA CECA, UNATC ”I.L.Caragiale”(Bucharest) ROMANIA, Theatreakademie August Everding(Monaco)
GERMANIA, Institute del Teatre of Barcelona(Barcellona)SPAGNA, con la collaborazione di Goethe - Institut Mailand di
MILANO e le associazioni partner e sostenitrici del progetto Associazione Dynamoscopio (Milano)ITALIA, Centro di
Accoglienza Straordinaria Centro Foyer (Pavia)ITALIA, EMERGENCY.
Se il tema dell’intero progetto è la migrazione, nello specifico Metropolis, intende porre l’accento su quanto e
come le nuove migrazioni trasformano la fisionomia ed il pensiero delle nostre città europee, osservando i
cambiamenti, in termini urbanistici, sociali, economici e psicologici, ne racconta l’evoluzione attraverso il
linguaggio teatrale.
Metropolis si declina in diverse fasi finalizzate alla scrittura e alla messa in scena di atti unici originali sul
tema della migrazione: giovani artisti internazionali, drammaturghi e registi provenienti dalle istituzioni europee
coinvolte, andranno ad elaborare drammaturgie originali (affiancati da tutor e Drammaturghi senior) messe in scena
dai registi delle stesse scuole ma non degli stessi paesi. Nella fase di realizzazione si lavorerà con cast misti
(drammaturgo e regista di differente nazionalità cui sarà associato uno scenografo/costumista). I testi, tradotti
tutti in lingua italiana, verranno messi inscena con attori professionisti selezionati tramite bando.
I partecipanti al progetto, registi e drammaturghi, saranno infine invitati a Milano per ulteriori due settimane di
lavoro ad ottobre 2017, periodo in cui verranno realizzati gli spettacoli, che saranno replicati per una settimana
presso gli spazi della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in via Salasco, 4.
L’obiettivo è avere un momento di confronto, raccogliere informazioni e dibattere sul tema con il contributo di
rappresentanti delle istituzioni, esponenti delle associazioni impegnate direttamente nella gestione del fenomeno e
professionisti di altri ambiti (urbanisti, giornalisti, fotografi e artisti che hanno affrontato il tema nel loro
lavoro) per poter affrontare la parte creativa con le più vaste vedute ed informazioni possibili.
Metropolis è un progetto promosso dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi che intende raccontare l’evoluzione
della società contemporanea attraverso il linguaggio teatrale. Il focus tematico dell’intero progetto è la
migrazione, fenomeno centrale nella ridefinizione dell’attuale identità europea.
Metropolis indaga il tema del fenomeno migratorio in relazione alla città e al suo mutamento, in termini urbanistici
- sociali ed economici, coinvolgendo direttamente registi e drammaturghi internazionali e le comunità di riferimento
(giovani immigrati di II generazione, comunità di quartiere, giovani artisti e giovani abitanti, ospiti del centro
di accoglienza partner di progetti, pubblico generico).
Metropolis si declina in diverse fasi finalizzate alla scrittura e alla messa in scena di atti unici originali sul
tema della migrazione, i cui autori sono dei giovani artisti internazionali, attraverso un percorso di scambio e
conoscenza dei contesti di riferimento ad alta densità di migranti.
Il progetto prevede il coinvolgimento di un tutor, un drammaturgo e allievi drammaturghi e registi provenienti dai
differenti paesi. Saranno elaborate drammaturgie originali dai giovani drammaturghi provenienti dai differenti
paesi. Nella fase di realizzazione si lavorerà con cast misti (drammaturgo e regista di differente nazionalità cui
sarà associato uno scenografo/costumista dell’Accademia di Brera). I testi, in lingua italiana, verranno messi
inscena in lingua italiana con attori professionisti selezionati tramite bando.
Il progetto è diretto da Giampiero Solari, Direttore della Scuola, e si sviluppa in collaborazione con l’Accademia
di Belle Arti di Brera (Milano, Italia), Centro Culturale Zaharada (Banska Bystrica, Slovacchia), Continuo Theatre
(Praga, Repubblica Ceca), UNATC ”I.L.Caragiale” (Bucharest, Romania), Theatreakademie August Everding (Monaco,
Germania), l’ Institute del Teatre of Barcelona (Barcellona, Spagna) e le associazioni partner e sostenitrici del
progetto: ADIR – Associazione Donne in Rete (Milano, Italia), Associazione Dynamoscopio (Milano, Italia) e il Centro
di Accoglienza Straordinaria Centro Foyer (Pavia, Italia).
Studi per 4 cast su Natale In Casa Cupiello di Eduardo De Filippo;
Dal 3 all’8 luglio 2015
Sala Teatro - Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
con il Terzo Corso Attori:Alessandro Bay Rossi, Cristina Cappelli, Andrea Delfino, Rossella Fava, Ludovico
Fededegni, Luigi Feroleto, Paola Giannini, Giulia Mancini, Leonardo Manzan, Gaetano Mongelli, Gianpaolo Pasqualino,
Zoe Pernici, Mauro Sole, Chiara Tomei.
Regie di Arturo Cirillo
"Natali" in casa Cupiello è l’allestimento pensato da Arturo Cirillo per il Terzo Corso Attori della Civica
Scuola di Teatro Paolo Grassi giunto all’appuntamento finale del percorso formativo e verte sul confronto con
uno degli esempi più interessanti e vivi della drammaturgia italiana: il teatro di Eduardo De Filippo. Un teatro,
quello di De Filippo, in cui si scrive per la scena, pensando a degli attori specifici, in cui drammaturgicamente si
usano le antiche regole del teatro comico (come il contrasto e il ritmo) per immettervi però un’irrequietezza tutta
novecentesca, e far nascere la vena umoristica.
Che relazione può esserci oggi tra Natale in casa Cupiello, che è il testo su cui ho scelto di lavorare - spiega
A.C.- e un gruppo di giovani attori all'inizio del loro viaggio nel mondo del teatro, quello che si definisce
professionale, quello che diventa mestiere? Non ho pensato di dover curare una messa in scena di questo classico,
questo prototipo, questo testo che un po’ tutti pensano di conoscere. Ho invece desiderato che esso potesse essere
inventato ed immaginato di nuovo, da ogni singolo allievo, per arrivare a fare vari, molteplici "Natali in casa
Cupiello". Quindi non immagino una confezione scenica unica dove immettere le singole prove interpretative degli
allievi, ma intendo lavorare su quello che vi può essere di particolare in ogni singola distribuzione (che alla fine
saranno nel numero di quattro), in modo da raccontare diverse possibilità di vedere questo testo. L’intento è di
creare un vuoto scenico, fare spazio e dare tempo, affinché la capacità di ognuno possa provare a far nascere un
altro da sé che si chiamerà: Luca, Concetta, Tommasino, Ninuccia, Nicolino, Pasquale, Vittorio, Elia, eccetera.
Così penso a Natale in casa Cupiello come se fosse stato scritto oggi, e per un gruppo di attori di oggi, che
metteranno il proprio passato, le proprie emotività e il proprio immaginario in ciò che si andrà a raccontare. Ciò
non significa per forza attualizzare, come lo si intende comunemente, ma pensare che si sta dando corpo e sentimento
ad un altro possibile se stesso, un se stesso che invece di nascere e crescere nella propria biografia si trovi a
nascere e crescere in una casa dal nome Cupiello. Questa è una casa abitata da un padre che si è rifugiato (ma forse
è stato anche relegato) in un grande sogno, un presepe che è per lui immagine di una famiglia felice; da una madre
che porta su di sé il peso di affrontare ogni giorno, ad ogni risveglio, una famiglia in realtà infelice; da uno zio
ladro ed approfittatore, che paradossalmente si erge a paladino di una falsa giustizia; da dei figli, generazione
non ascoltata e non compresa, condannati alla nevrastenia e al ricatto emotivo; dal marito della figlia e anche
dall'amante di lei, due uomini innamorati ma anche ciechi davanti a quella ragazza insoddisfatta e irrealizzata che
è Ninuccia.
Si chiede a questi giovani attori invenzione, gioco, ascolto, relazione e, soprattutto, originalità, che può nascere
solo credo dal mettere in gioco se stessi e la propria storia, insieme al proprio corpo, fatto anche di respiro e
voce, insomma da tutte quelle cose uniche ed irripetibili che fanno di ognuno di noi una realtà assoluta. Il tutto
in una lingua anche questa che sia il più possibile inventata su di sé, una lingua che certo nasce dalla scrittura e
dalla musicalità del dialetto napoletano, ma che alla fine, si spera, diventi una lingua teatrale, credibile e
recitabile. Quindi si vedranno svariati Luca Cupiello e compagni, in situazioni e condizioni diverse, in cui anche
l'uso da parte di alcuni delle didascalie non è una scelta ideologica o di regia, ma lo strumento eventuale per
entrare in un ruolo e nella sua definizione. Gli oggetti di scena, che saranno reali ma talvolta anche immaginari,
serviranno per raccontare la relazione emozionale che intercorre tra loro e i personaggi, e lo stesso presepe sarà
il più possibile una visione, che magari qualcuno vede realmente e qualcuno finge di vedere. Anche il costume di
ogni attore ho voluto che fosse il corrispettivo esterno di un'idea, di un'immagina che si è avuta.
Tutto questo dovrebbe avvenire in un gioco comune, dove ogni distribuzione è una variante, un'ipotesi,
un’improvvisazione su un testo dato, dove nulla esiste già, ma tutto deve essere portato alla luce, tutto deve
essere narrato di nuovo, come se fosse la prima volta, ma proprio la prima volta che si fa Natale in casa Cupiello,
e questo forse è un modo di vivere la tradizione.
Da venerdì 3 a mercoledì 8 luglio 2015
Sala Teatro
Venerdì 3 luglio- ore 21,00
Sabato 4 luglio doppia replica ore 18,00 e ore 21,00
Domenica 5 luglio - ore 21,00
Lunedì - riposo
Martedì 7 e mercoledì 8 luglio doppia replica alle 18.00 e alle 21.00
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: 02/97152598 - 99
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Via Salasco, 4 – Milano
Venerdì 27 maggio 2016 alle ore 19,00 la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi presenta il progetto
internazionale Performance Urbane, secondo appuntamento pubblico per Terre Promesse, il contenitore
trasversale attraverso il quale l’accademia teatrale intende esplorare nei prossimi anni la realtà
contemporanea, restituendola attraverso gli strumenti del Teatro, del Cinema e della Musica, con l’obbiettivo
di promuovere e incentivare la mobilità e l’incontro dei giovani artisti provenienti da diverse
nazioni e realtà, costruendo un’occasione di incontro e lavoro creativo comune.
Selezionato nell’ambito del Bando MigrArti e finanziato dal MiBACT, il progetto Performance Urbane, di
cui Adrian Paci, artista visivo di fama internazionale, è curatore artistico, indaga il linguaggio
della performance come punto di connessione fra teatro e arte visiva, utilizzando lo spazio urbano come tema
e palcoscenico. Il punto di partenza è una connessione fra Italia e Albania, la cui necessità
nasce direttamente dall’ambito biografico dell’artista. Adrian Paci ha vissuto e lavorato in
questi anni a Milano, ma è originario di Scutari, città in cui ha recentemente inaugurato Art
House, la casa dell’arte contemporanea che, a ottobre 2016, ospiterà la sezione albanese del
progetto.
Per questa ragione, grazie alla collaborazione con l’Università di Scutari Luigj
Gurakuqi, è stato possibile comporre un gruppo di allievi provenienti da diverse formazioni. Sotto la
guida dell’artista hanno lavorato otto allievi della Civica Scuola di Teatro Paolo
Grassi(drammaturghi, registi e danzatori) e otto allievi del corso di arti visive dell’Università
di Scutari, con il supporto del partner Cooperativa Sociale Ajka – essenza che coinvolge giovani della
comunità albanese residenti a Milano. La proposta di Adrian Paci è stata quella di
attraversare la città leggendola dal punto di vista visivo, attraverso la percezione e lo studio del
ritmo, del suono, del colore. Per concepire e sviluppare gli interventi performativi, nei giorni di lavoro
gli allievi hanno attraversato spazi urbani definiti, hanno passato tempo nei mercati cittadini, nelle
stazioni, sui mezzi pubblici, al Parco Sempione: abbiamo visto una giovane allieva di pittura sedersi sul
pianoforte della stazione centrale e suonarlo coi piedi nudi; un’altra attraversare un mercato in
linea retta, creando un rapporto con le persone che vi si scontravano; e poi giochi infantili sotto io
cartello delle partenze dei treni, baci attraverso le grate che chiudono la stazione di notte, vestiti stesi
ad asciugare sul palco Burri, cartelli sparsi sui muri della città che ci invitano a non sprecare il
nostro tempo.
Le performance realizzate, secondo una prassi consolidata nel linguaggio artistico, sono state documentate
attraverso video e fotografie, che mantengono una traccia di quanto accaduto e che rappresentano gli
elementi del nostro diario / video racconto al pubblico.
Serata di apertura dei festeggiamenti per i Vent'anni dell'ATIR Teatro Ringhiera, Sala Teatro lunedì 9
maggio 2016 - ore 18:00 Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Intervengono: Mattia Fabris, Nadia Fulco,
Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez, Arianna Scommegna, Serena Sinigaglia, Maria Spazzi, Chiara
Stoppa, Sandra Zoccolan. Coordina Claudia Cannella.
Regia e drammaturgia Giovanni Ortoleva
con Giorgia Coco e Mauro Lamantia e Diego Becce, Michele
Bernardi, Federico Gariglio e Edoardo Sorgente
tutor Sofia Pelczer
luci Paolo Latini e Simona
Ornaghi
scene Alice Capoani, Mattia Franco e Pio Manzotti
costumi Enza Bianchini e Nunzia
Lazzaro
musica originale Ettore Biagi
In un rapporto innamorato ed eretico con l’originale Shakespeariano (e il libretto di Piave per l’opera
Verdiana), Giovanni Testori scrive Macbetto. Innamorato perché ne segue fedelmente i passi, la
struttura drammaturgica, le azioni. Eretico perché seguendolo lo stravolge, vi innesta componenti di
altre opere (Il sogno di una notte di mezz’estate sovra a tutte le altre) e lo porta in un’altra
lingua, da lui stesso creata. Una lingua artificiale ma atavica, che risucchia lo spazio nella parola e
regala la parola al corpo.
Il nostro studio si è concentrato sui primi due atti del testo, prima
della scena finale del secondo atto in cui Testori decreta la morte di Fleanzio, il figlio di Banco che in
Shakespeare, sopravvivendo all'attacco dei sicari, si profilava come regnante futuro e ristoratore
dell'ordine. Studiando in parallelo a Macbetto l’originale di Shakespeare e la riscrittura di Piave,
abbiamo lavorato sulla corporalità della parola di Testori, cercando di portarla nel corpo e di
rendere l’azione, e l’evocazione, quanto più concrete possibili.
Abbiamo cercato la
musica nell’azione e l’azione nella musica. Abbiamo saccheggiato tutti i “codici”
che ci facevano gola, per necessità oltre che per scelta, accettando la convivenza di tragedia,
ironia e surrealismo, convinti che solo nella contaminazione risiede possibilità di dare luogo alla
tragedia, oggi.
Presentazione del volume (Bulzoni Editore)Giovedì 28 aprile 2016 - ore 20.00 Milano, Civica Scuola di
Teatro Paolo Grassi - Sala Teatrale
Il volume Nuovo Teatro made in Italy, di Valentina Valentini, si compone di cinque saggi di impianto storico
tesi a enucleare i fatti più significativi di un fenomeno artisticamente rilevante, nell’arco
di tempo che va dal 1963 al 2013 e di tre capitoli tematici, dedicati ai modi compositivi del Nuovo teatro,
allo spazio e alle fenomenologie attoriali. Questi tre capitoli si intrecciano con tre saggi di
approfondimento, rispettivamente di Anna Barsotti, Cristina Grazioli e Donatella Orecchia che analizzano la
peculiarità dell’attore-autore italiano; l’utilizzo della luce come potenziale dinamico
dell’evento spettacolare e la matrice popolare della formazione dell’attore nel Nuovo Teatro.
Questo studio inscrive il teatro in un orizzonte contiguo alle altre arti, ricostruendo un intreccio di
relazioni che hanno fatto del teatro un crocevia attraverso il quale rileggere l’intera storia della
seconda metà del Novecento: i suoi aspetti sociali, le ideologie, le tendenze, i costumi, l’estetica.
Il volume prende in esame un fenomeno che ha trasformato radicalmente il pensiero e la pratica del teatro in
Italia, in grado di reggere il confronto con le esperienze coeve euro-americane. Al volume, edito da
Bulzoni, è collegato il sito web www.nuovoteatromadeinitaly.com(webmaster Stefano Scipioni,
coordinatore dei focus, Donatella Orecchia) che raccoglie e mette a disposizione dei lettori una ragionata
scelta di documenti su alcuni dei protagonisti e degli spettacoli più significativi del teatro
italiano fra il 1963 e il 2013. Luogo di approfondimento dei discorsi condotti nel volume, il sito web offre
un ambiente malleabile nella consultazione, rigoroso nella scientificità e capace di essere
arricchito nel corso del tempo.
Prima fase: Il laboratorio delle idee 22-25 aprile 2016. Quattro giorni di laboratorio, di confronto aperto
ed elaborazione intorno al tema dell’immigrazione come fenomeno sociale contemporaneo. Partecipano
quattro autori: Wolfram Lotz- Germania; Anders Lustgarten- Inghilterra; Biljana Srbljanović- Serbia;
Emanuele Aldrovandi- Italia. Quattro tutor: Igor Vuk Torbica, assistente regia teatrale e radiofonica per la
Serbia; Laura Olivi,dramaturg per la Germania; Monica Nappo Kelly, regista e attrice per l’Inghilterra;
Michele De Vita Conti, regista per l’Italia; Davide Carnevali, autore per l’Italia. Seconda
fase: La Scrittura dei Microdrammi Maggio-Giugno 2016 Fase di lavoro in cui i giovani drammaturghi, in
stretto contatto con registi, scenografi e costumisti,produrranno ciascuno un microdramma per restituire il
loro sguardo sul tema del progetto. Terza fase: Realizzazione Scenica dei MICRODRAMMI Luglio 2016 - Tre
serate di spettacolo aperte alla città di Milano
Operina del Secondo Corso Attori di Alan Ayckbourn 12/13/14/15 aprile ore 19:45 - 16/17 aprile ore 15
Teatrino
della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
regia di Elisabeth Boeke
direzione musicale Silvia
Giradi
palestra verbale Ambra D'Amico
Iterpreti (secondo corso attore teatrale) :Diego Becce,
Michele Bernardi, Lorenzo Cervasio, Federico Gariglio, Carlo Amleto Giammusso, Francesca Muscatello,
Lucienne Perreca, Arianna Piattelli, Miriam Podgornik, Ivo Randaccio, Edoardo Rivoira, Edoardo Sorgente
assistenti alla regia: Virginia Landi, Ida Treggiari
scene: Francesca Sforza, Pio Manzotti, Alice
Capoani, Mattia Franco
costumi: Enza Bianchini, Nunzia Lazzaro
luci: Paolo Latini, Simona Ornaghi
A Chorus of Disapproval è una commedia di Alan Ayckbourn del 1984 non ancora tradotta in italiano che
suona come Un coro in disaccordo oppure Un accordo scordato. E' la storia di un gruppo di persone che fanno
parte di una compagnia amatoriale e decidono di mettere in scena la famosa Ballad Opera del '700 dal titolo
The Beggar's Opera o Opera del mendicante.La commedia si apre con l'ultimo coro dello spettacolo che la
compagnia ha messo in scena e prosegue con un salto temporale che ne ripercorre la genesi: l'idea, le prove,
le audizioni, la distribuzione. Le relazioni all'interno del gruppo e della singole coppie, creano
continuamente naturali e curiosi parallelismi tra le vite dei personaggi e le storie che recitano da
aspiranti attori. Uno dei personaggi centrali è un vedovo timido e un po' goffo, da poco arrivato in
una cittadina gallese. Un giorno vede un annuncio su un giornale, relativo ad una locale filodrammatica che
sta per mettere in scena The Beggar's Opera di John Gay. Aspira ad una particina ed invece, poco a poco, si
trova a ricoprire il ruolo di protagonista, suo malgrado, ma si ritroverà ancora solo.
Alan
Ayckbourn scrive spesso nelle sue opere sulla classe borghese e suburbana ma, volendo generalizzare, scrive
di uomini e donne, delle loro relazioni e della generale incapacità di vivere insieme.In questo
adattamento i personaggi della compagnia CORO (Cantanti Opere Rivisitate Ostinati) sono tutti piu' o meno
giovani .L'azione si svolge in Italia in un paesotto non ben precisato della Lombardia ,nel 1984,come
nell'originale. Sono gli anni di M. Thatcher in Gran Bretagna, di R. Reagan in USA, di B. Craxi in Italia.
Spostando l'azione dalla provincia gallese originaria a quella italiana, abbiamo deciso di tradurre anche i
testi delle canzoni della Beggar's Opera in italiano, sebbene non contemporaneo. Cio' non solo per una
maggior comprensione ma per ricreare in verso contrario la rivalità fra le due lingue che aveva
caratterizzato quel periodo del '700 inglese in cui l'opera italiana era predominante su tutte le scene.
L'inserimento di alcune canzoni in inglese, che contestualizzano gli anni '80, molto popolari fra i giovani
italiani, ne completano la contrapposizione linguistica.
L'intreccio fra i due testi, la commedia e la
ballad-opera, è molto stretto e continuamente ripreso sia nella struttura che nei riferimenti
musicali e testuali spesso concepiti come veri concertati.La possibilità di lavorare con un vero
testo teatrale, come libretto, scritto da un autore con una forte passione e competenza musicale rende
questo materiale una prova difficile ma molto stimolante per degli allievi attori.
Domenica 3 aprile 2016 dalle 16 alle 19 la grande mostra "Umberto Boccioni. Genio e memoria” a Palazzo
Reale sarà teatro di un evento speciale. Attori e danzatori della Civica Scuola di Teatro Paolo
Grassi di Fondazione Milano introdurranno il pubblico all’atmosfera futurista e lo accompagneranno
lungo il percorso di visita, creando un intenso dialogo tra opere e azioni performative.
Sarà
Boccioni stesso ad introdurre il pubblico nel percorso della mostra. Dopo aver ammirato il suo celebre
Autoritratto proveniente dalla Pinacoteca di Breraesposto al centro della prima sala, i visitatori saranno
accompagnati da Ivano La Rosa eDaniele Cavone Felicioni, i due attori che interpretano l’artista (il
Boccioni divisionista e quello futurista per rimarcare le aree tematiche della mostra), alla scoperta dei
pensieri dell’uomo inquieto, della persona oltre che del personaggio, in un percorso performativo
parallelo ed integrato alle opere esposte: brevi monologhi, frammenti di pensieri sussurrati (brani tratti
da U. Boccioni dalle lettere e dai diari) , dichiarazioni dal Manifesto dei pittori Futuristi, il tutto,
promette la regista dell’evento, Eleonora Moro, costruito alla maniera di una serata futurista.
Ad accompagnare e celebrare il genio e la vita di Boccioni ci sarà anche Filippo Tommaso
Marinetti(interpretato da Luca D’Addino): il pubblico assisterà al coinvolgimento dell’uno
nei confronti dell’altro, fino all’adesione di Boccioni al movimento futurista. Marinetti
accompagnerà il pubblico fino alla fine del percorso con vera invettiva contro tutti i passatisti di
sempre ed un elogio toccante e sincero al coraggio ed al genio di Boccioni.
A suggellare l’atmosfera
e calare il pubblico nella cornice degli eventi socio-politici del tempo, nel chiostro di Palazzo Reale
avranno luogo azioni performative con i danzatori del Corso Teatrodanzadella Civica Scuola di Teatro Paolo
Grassi, azioni sceniche (tratte da Uccidiamo il Chiaro di Luna di Silvana Barbarini) curate da Davide
Montagna, il Bombardamento di Adrianopoli, coro futurista diretto dal MaestroEmanuele De Checchi.
Studi per 4 cast su Natale In Casa Cupiello di Eduardo De Filippo;
Dal 3 all’8 luglio 2015
Sala Teatro - Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
con il Terzo Corso Attori:Alessandro Bay Rossi, Cristina Cappelli, Andrea Delfino, Rossella Fava, Ludovico
Fededegni, Luigi Feroleto, Paola Giannini, Giulia Mancini, Leonardo Manzan, Gaetano Mongelli, Gianpaolo
Pasqualino, Zoe Pernici, Mauro Sole, Chiara Tomei.
Regie di Arturo Cirillo
"Natali" in casa Cupiello è l’allestimento pensato da Arturo Cirillo per il Terzo Corso Attori della
Civica
Scuola di Teatro Paolo Grassi giunto all’appuntamento finale del percorso formativo e verte sul confronto
con uno degli esempi più interessanti e vivi della drammaturgia italiana: il teatro di Eduardo De Filippo. Un
teatro, quello di De Filippo, in cui si scrive per la scena, pensando a degli attori specifici, in cui
drammaturgicamente si usano le antiche regole del teatro comico (come il contrasto e il ritmo) per immettervi
però un’irrequietezza tutta novecentesca, e far nascere la vena umoristica.
Che relazione può esserci oggi tra Natale in casa Cupiello, che è il testo su cui ho scelto di lavorare - spiega
A.C.- e un gruppo di giovani attori all'inizio del loro viaggio nel mondo del teatro, quello che si definisce
professionale, quello che diventa mestiere? Non ho pensato di dover curare una messa in scena di questo
classico, questo prototipo, questo testo che un po’ tutti pensano di conoscere. Ho invece desiderato che esso
potesse essere inventato ed immaginato di nuovo, da ogni singolo allievo, per arrivare a fare vari, molteplici
"Natali in casa Cupiello". Quindi non immagino una confezione scenica unica dove immettere le singole prove
interpretative degli allievi, ma intendo lavorare su quello che vi può essere di particolare in ogni singola
distribuzione (che alla fine saranno nel numero di quattro), in modo da raccontare diverse possibilità di vedere
questo testo. L’intento è di creare un vuoto scenico, fare spazio e dare tempo, affinché la capacità di ognuno
possa provare a far nascere un altro da sé che si chiamerà: Luca, Concetta, Tommasino, Ninuccia, Nicolino,
Pasquale, Vittorio, Elia, eccetera.
Così penso a Natale in casa Cupiello come se fosse stato scritto oggi, e per un gruppo di attori di oggi, che
metteranno il proprio passato, le proprie emotività e il proprio immaginario in ciò che si andrà a raccontare.
Ciò non significa per forza attualizzare, come lo si intende comunemente, ma pensare che si sta dando corpo e
sentimento ad un altro possibile se stesso, un se stesso che invece di nascere e crescere nella propria
biografia si trovi a nascere e crescere in una casa dal nome Cupiello. Questa è una casa abitata da un padre che
si è rifugiato (ma forse è stato anche relegato) in un grande sogno, un presepe che è per lui immagine di una
famiglia felice; da una madre che porta su di sé il peso di affrontare ogni giorno, ad ogni risveglio, una
famiglia in realtà infelice; da uno zio ladro ed approfittatore, che paradossalmente si erge a paladino di una
falsa giustizia; da dei figli, generazione non ascoltata e non compresa, condannati alla nevrastenia e al
ricatto emotivo; dal marito della figlia e anche dall'amante di lei, due uomini innamorati ma anche ciechi
davanti a quella ragazza insoddisfatta e irrealizzata che è Ninuccia.
Si chiede a questi giovani attori invenzione, gioco, ascolto, relazione e, soprattutto, originalità, che può
nascere solo credo dal mettere in gioco se stessi e la propria storia, insieme al proprio corpo, fatto anche di
respiro e voce, insomma da tutte quelle cose uniche ed irripetibili che fanno di ognuno di noi una realtà
assoluta. Il tutto in una lingua anche questa che sia il più possibile inventata su di sé, una lingua che certo
nasce dalla scrittura e dalla musicalità del dialetto napoletano, ma che alla fine, si spera, diventi una lingua
teatrale, credibile e recitabile. Quindi si vedranno svariati Luca Cupiello e compagni, in situazioni e
condizioni diverse, in cui anche l'uso da parte di alcuni delle didascalie non è una scelta ideologica o di
regia, ma lo strumento eventuale per entrare in un ruolo e nella sua definizione. Gli oggetti di scena, che
saranno reali ma talvolta anche immaginari, serviranno per raccontare la relazione emozionale che intercorre tra
loro e i personaggi, e lo stesso presepe sarà il più possibile una visione, che magari qualcuno vede realmente e
qualcuno finge di vedere. Anche il costume di ogni attore ho voluto che fosse il corrispettivo esterno di
un'idea, di un'immagina che si è avuta.
Tutto questo dovrebbe avvenire in un gioco comune, dove ogni distribuzione è una variante, un'ipotesi,
un’improvvisazione su un testo dato, dove nulla esiste già, ma tutto deve essere portato alla luce, tutto deve
essere narrato di nuovo, come se fosse la prima volta, ma proprio la prima volta che si fa Natale in casa
Cupiello, e questo forse è un modo di vivere la tradizione.
Da venerdì 3 a mercoledì 8 luglio 2015
Sala Teatro
Venerdì 3 luglio- ore 21,00
Sabato 4 luglio doppia replica ore 18,00 e ore 21,00
Domenica 5 luglio - ore 21,00
Lunedì - riposo
Martedì 7 e mercoledì 8 luglio doppia replica alle 18.00 e alle 21.00
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: 02/97152598 - 99
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Via Salasco, 4 – Milano
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera presentano da
martedì 30 giugno a domenica 5 luglio 2015 al Piccolo Teatro Studio Melato
STORIA DI QU
di Dario Fo e Franca Rame
Ispirato a Ah Q, un racconto di Lu Xun (1881 - 1936)
traduzione a cura di Franca Rame e Giselda Palumbo
regia di Massimo Navone.
Prima Assoluta al Piccolo Teatro Studio Melato.
Tanti giovani artisti provenienti da sei istituzioni formative, per un progetto su “Storia di Qu”, l’ultimo
testo inedito e mai rappresentato di Dario Fo scritto con Franca Rame.
Storia di Qu, con la regia di Massimo Navone, è un progetto che nasce con l'idea di costruire un'esperienza di
collaborazione tra giovani attori, scenografi e costumisti, studenti e attori diplomati di
Milano Teatro
Scuola Paolo Grassi, della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dell’ Accademia
dell’Arte di Arezzo. A queste istituzioni si sono poi aggiunti gli allievi musicisti di Civica Scuola di Musica
Claudio Abbado – Civici corsi di Jazz, gli allievi della Civica Scuola di Cinema e di Laboratorio di Circo
Quattrox4.
L’incontro di giovani artisti provenienti da diverse scuole, è stato voluto in modo particolare dal Maestro
Dario Fo, che si è formato all’Accademia di Brera ed ha più volte insegnato alla Paolo Grassi.
Basato su un racconto del celebre poeta e scrittore cinese Lu Xun (1881- 1936), noto anche per il suo contributo
alla nascita della lingua cinese moderna detta semplificata, Storia di Qu, testo inedito e mai rappresentato di
Dario Fo e Franca Rame, narra le peripezie di un personaggio (che sarà interpretato da Michele Bottini),
buffone-emarginato che vive di espedienti e combina guai, un prototipo universalmente riconoscibile nelle
diverse culture popolari,’cugino’ dei nostri zanni e del nostro Arlecchino, ma capace di agire nei confronti del
potere costituito con la forza eversiva di un ‘Fool’ shakespeariano.
In scena, oltre al protagonista Michele Bottini, un folto gruppo di artisti tra attori, acrobati, musicisti e
danzatori che danno vita ad una pièce tragicomica che, attraverso il gioco dell’affabulazione e della
contaminazione ironica tra elementi classici e contemporanei, fonde gli ingredienti del teatro popolare della
tradizione occidentale agli echi di una Cina fantastica.
Storia di Qu si inserisce all’interno del più ampio progetto triennale Il teatro di Dario Fo e Franca Rame per
le Nuove Generazioni, nato nel 2011 da un’idea di Massimo Navone (Direttore della Civica Scuola di Teatro Paolo
Grassi di Milano), condivisa da Michele Bottini (insegnante di Commedia dell’Arte della Paolo Grassi), sotto
l’egida di Dario Fo e Franca Rame che ne hanno sostenuto, con la presenza e i preziosi insegnamenti, le prime
fasi di studio e le successive tappe di realizzazione spettacolare (Mistero Buffo ed altre storie, ha debuttato
con grande successo al Festival d’Avignon off 2012 con repliche per le più importanti vetrine teatrali fino a
tutto il 2014) con l'obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni di artisti che si stanno formando in questi
anni (attori, registi, drammaturghi, scenografi, costumisti, musicisti), attraverso lo studio e la
reinterpretazione dei capolavori che hanno reso celebri i nostri due Maestri, la conoscenza e la pratica del
ricchissimo repertorio teatrale di Dario Fo e Franca Rame, rilanciandone la vitalità, l’attualità e l'importanza
culturale che tutto il mondo gli riconosce.
Da martedì 30 giugno a domenica 5 luglio 2015
Piccolo Teatro Studio Melato
via Rivoli 6 – M2 Lanza
Spettacolo sovratitolato in inglese a cura di Prescott Studio e Montclair State University, NJ, USA nell’ambito
del progetto “Tradurre voci attraverso i continenti”
BIGLIETTI: Platea: Intero € 25,00 - Balconata: Intero € 22,00
ORARI: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.00
Informazioni e prenotazioni 848800304 - www.piccoloteatro.org
Goethe-Institut Mailand in collaborazione con Milano Teatro Scuola Paolo Grassi
Teatro nell’Economia - Economia nel Teatro
Martedì 5 maggio 2015 – ore19,00
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Sala Teatro, Via Salasco 4 – Milano
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria – 02.97152598
Giuliana Ferraino (giornalista economico finanziaria de Il Corriere della Sera)
Marcello Esposito (docente in International Financial Markets presso l’Università Cattaneo di Castellanza).
Dialogano con Jörg Bochow, drammaturgo
In occasione della presentazione di Das Himbeerreich / Il regno dei lamponi dell'autore tedesco Andres Veiel
(traduzione: Alessandra Griffoni)
Lettura scenica di estratti da Das Himbeerreich - Il regno dei lamponi - di Andres Veiel traduzione di
Alessandra Griffoni, a cura di Riccardo Mallus, consulenza drammaturgica di Giulia Tollis con Giusto
Cucchiarini, Giuseppe Palasciano, Irene Timpanaro.
Martedì 5 maggio alle ore 19.00 nella Sala Teatro della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi si terrà il terzo
appuntamento di Teatro nell’economia - Economia nel teatro, un progetto ideato dal Goethe-Institut Mailand in
collaborazione con Milano Teatro Scuola Paolo Grassi e dedicato a quegli autori teatrali europei che hanno
scelto di fare dell’economia il tema centrale dei propri lavori drammaturgici.
Questo terzo incontro offre al
pubblico l’opportunità di approfondire la conoscenza di Andres Veiel, drammaturgo tedesco, attraverso le letture
sceniche a cura di Riccardo Mallus, di estratti da Das Himbeerreich (Il regno dei lamponi, traduzione:
Alessandra Griffoni) con la consulenza drammaturgica di Giulia Tollis e con la partecipazione di Giusto
Cucchiarini, Giuseppe Palasciano, Irene Timpanaro. A seguire, Jörg Bochow, drammaturgo in occasione della prima
presentazione di questo testo, che sarà presente in sala, parlerà dell'autore, del suo lavoro e delle tematiche
economiche che lo hanno ispirato, in un dialogo con Giuliana Ferraino (giornalista economico-finanziaria del
Corriere della Sera) e con il Prof. Marcello Esposito (docente in International Financial Markets presso
l’Università Cattaneo di Castellanza).
SONO COME VOI, AMO LE MELE
di Theresia Walser, traduzione Clelia Notarbartolo, regia Martina Folena, drammaturgia Riccardo Baudino
con: Federica Garavaglia, Carla Valente, Irina Lorandi, Giuseppe Scoditti
giovedì 11 e venerdì 12 giugno 2015 - ore 21,00
Teatro delle Passioni
Viale Carlo Sigonio, 382
41100 Modena.
Martedì 9 giugno2015 alla Casa delle Arti di Cernusco sul Naviglio ha debuttato Ich bin wie ihr, ich liebe Äpfel
(Sono come voi, amo le mele) di Theresia Walser, testo mai rappresentato in Italia e messo in scena da un gruppo
di giovani allievi della
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e della Scuola di Scenografia
dell’Accademia di Belle Arti di Brera, vincitori del progetto “Finestra sulla Drammaturgia Tedesca”.
Il progetto, diretto da Laura Olivi dramaturg del Residenz Theater di Monaco e Massimo Navone direttore della
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, sostenuto dalla Scuola
di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera e realizzato in collaborazione con il Piccolo Teatro di
Milano, ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione e Centro Teatrale MaMiMò di Reggio Emilia), ha perseguito
l’obiettivo di mettere a confronto ogni anno giovani artisti con la drammaturgia tedesca contemporanea. Dopo
Marius von Mayenburg e Albert Ostermaier, i cui testi sono stati oggetto della fase di studio, progettazione e
successiva realizzazione in spettacoli teatrali rispettivamente nel 2013 e 2014, per la 3° edizione 2015, è
stata scelta l’autrice Theresia Walser, autrice presso il Nationaltheater di Mannheim con il suo testo Ich bin
wie ihr, ich liebe Äpfel (Sono come voi, amo le mele), tradotto da Clelia Notarbartolo.
L’autrice Theresia Walser si ispira a tre famose mogli di dittatori - Margot Honecker della Repubblica
Democratica Tedesca, Imelda Marcos delle Filippine e Leila Ben Ali della Tunisia - immaginando il loro incontro
in occasione di una conferenza, sorvegliate da Gottfried, l’anonimo traduttore incaricato di assisterle.
Nell’attesa infinita dell’inizio della conferenza le tre donne scendono a patti con quel mondo che le rifiuta e
che loro rifiutano a loro volta. Così come il loro declino è stato inarrestabile, allo stesso modo ciascuna di
esse perde progressivamente il controllo che esercita sulla propria immagine, una maschera imperfetta che rivela
la belva che non può più nascondere. Gottfried si ritrova l’ingrato compito di preservare l’equilibrio di un
luogo che sembra poter esplodere da un momento all’altro, finché non gli sarà impossibile restare del tutto
neutrale di fronte alle tre terribili ospiti. La Walser suggerisce di ambientare la sua vicenda in un teatro
dove il pubblico deve ancora arrivare; seguendo questo spunto, noi scegliamo uno spazio che mostra i tratti
dignitosi ma poveri di una fiera paesana dove il pubblico non c’è da un bel pezzo, e forse nemmeno arriverà. È
questo l’unico teatro che spetta alle tre donne, ridotte ad essere niente più che l’attrazione di una sagra,
l’oggetto della nostra curiosità. Riusciranno a corrompere sia questo luogo che il candido Gottfried, così come
hanno corrotto ogni cosa su cui abbiano mai messo le mani. L’eterno teatro del potere si esibisce su un
palcoscenico abbandonato. Ogni sorriso e ogni rimpianto dei suoi attori non è che una condanna, la commedia
infinita che non possono mai smettere di recitare.
Finestra sulla Drammaturgia Tedesca - Un progetto di Milano Teatro Scuola Paolo Grassi
diretto da Laura Olivi e Massimo Navone, coordinamento di Paolo Giorgio, Tutor Michele De Vita Conti
in collaborazione con Goethe - Institut Mailand, Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera,
ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, Piccolo Teatro di Milano, CentroTeatrale MaMiMò.
Sky Arte, arriva l'anti-talent: la vita degli allievi-attori nella Scuola di Teatro Paolo
Grassi
Altro che i talent show. Qui non ci sono gare, isterie, rabbie, pianti, rivalse e rancori nei confronti dei
compagni. Qui ci sono ragazzi di oggi che si stanno costruendo un futuro di attori e attrici, che hanno paure e
entusiasmi, slanci e ritrosie, che si mantengono da soli o che aspettano il pacco della mamma pieno di roba da
mangiare. Ragazzi che sono davvero "amici" e solidali.
Le vite degli attori. Non paia troppo romantico, ma
Attori o corsari il
film-documentario che Sky Arte manda in onda lunedì 9 alle 21.10 e poi in repliche, infonde entusiasmo e
speranza nella "Meglio gioventù" di artisti nostrani. È una ricognizione girata dai ragazzi della
Scuola
di Cinema e Televisione di Milano tra gli allievi del terzo e ultimo corso attori della
Scuola
"Paolo Grassi" di
Milano, una delle più riconosciute nell'ambiente teatrale e una
delle migliori e solide (soldi comunali permettendo). Le immagini alternano la loro vita, i loro pensieri e il
lavoro a scuola, in particolare la preparazione del saggio su
Risveglio di primavera di Wedekind
(guarda un po': un testo che entra nel profondo del passaggio all'età adulta) diretto da Giampiero Solari il
regista artefice indiretto anche di questo documentario in qualità di consulente artistico di Sky Arte,
l'ideatore di tanti show tv e teatrali di successo come quelli di Morandi e Fiorello ma anche di sperimentazioni
come quelle firmate con Paolo Rossi. È anche grazie a lui se il documentario è andato in porto, offrendo la
testimonianza di un ritratto finalmente vitale e non piagnone dei giovani di oggi.
Il regista Solari. "A me interessava capire la scelta di una ragazza o di un ragazzo che
intraprende il lavoro di artista, che non è strutturato e dunque non ti riserva molte sicurezze", dice
Giampiero Solari. "Mi è piaciuto soprattutto il modo in cui questi ragazzi non si piangono addosso. Se vogliamo,
il messaggio del film è che sono giovani non si lasciano opprimere dalla apatia o dalla paura sul futuro. C'è
una certa incoscienza felice in loro che è quello che volevo venisse fuori, quell'energia che permette loro di
andare avanti e di non fermarsi". C'è il ragazzo che ha lasciato un lavoro sicuro, quello che ha convinto i
genitori, quello che doveva fare il meccanico e invece è qui a recitare... E a fare da controcanto i ricordi
degli ex-alievi diventati celebri, Antonio Albanese, Lucia Vasini, Gigio Alberti, lo stesso Solari e Massimo
Navone, oggi direttore della scuola, con le loro aspirazioni e difficoltà di allora.
Messaggio."È un messaggio dirompente", insiste Solari, anche perché in quelle
immagini c'è la vita e la finzione ben separati, non tutto mescolato come in tanti reality". Televisivamente,
certo, il contenitore fa la sua parte: "Sky Arte racconta una quantità di aspetti dell'arte, può permettersi
riflessioni e soprattutto un racconto di vita come questo film. Un antireality, un antitalent: nel racconto del
lavoro a scuola non c'è il risultato immediato che ti chiedono quelle gare, ma un lungo allenamento e una
preparazione e il giudice è la tua vita e le tue scelte non quattro persone che non sanno chi sei".
"Siamo" Coreografia Ariella Vidach - Interpreti: Elena Boillat, Vito Carretta, Teresa Cavallo, Laura Dondi,
Mariantonietta Elia, Carlotta Giannuli, Erika Marino, Matilde Orrico, Elisabetta Rollo, Stefania Tansini,
Gabriele Valerio, Anna Zanetti del primo corso di Teatrodanza Milano Teatro
Scuola Paolo Grassi;
Regia del coro vocale: Emanuele De Checchi;
Luci: Daniela Bestetti;
Disegno sonoro a cura di Luca Scapellato e Ariella Vidach;
Con la collaborazione di Claudio Prati;
Programmazione audio interattivo Paolo Solcia;
Dispositivi di cattura del movimento ST Microelectronics;
PH by Mik di Savino.
Evento Performativo con Milano Teatro Scuola Paolo Grassi
Il progetto teatrale “Osservare per scrivere, scrivere per vedere” nato – in collaborazione con la
Scuola
di Teatro Paolo Grassi diretta da Massimo Navone – con l’obiettivo di realizzare delle azioni
artistiche a partire dalla esperienza del nostro spazio urbano, giunge il 3 marzo alle ore 18 – sempre allo
Spazio Oberdan – alla sua fase conclusiva con l’evento performativo "CITTA E’…"
“Guardare l’alba rossa dal traffico del mattino; i piccioni in piazza Duomo; inciampare nelle radici sotto il
cemento di piazzale Lotto; le fontanelle comunali; avere un orologio all’angolo del campo visivo; non riuscire a
capire dove è il Nord o il Sud; farsi guidare dai cartelli bianchi in alto a destra; guinzagli, cappottini,
gabbiette, paletti per le auto, marciapiedi, rampe, passeggini, carrellini per la spesa, cestini per biciclette,
scale, scale mobili…e molto altro ancora…”
Dal lavoro di osservazione e scrittura, i cui esiti sono stati presentati da
Renata M. Molinari
in forma di lettura nella serata del 3 febbraio si passa all’approfondimento di temi, situazioni e atmosfere
milanesi, tanto da centrare lo spettacolo sul nostro “abitare la città”.
Immagini, ritmi, voci e rumori, parole d’attore, passi di danza, motivi musicali e canzoni originali e antiche
(“Miracolo a Milano” di G. D’Anzi e “Come è bella la città” di G. Gaber…) verranno a legare scritture diverse
tra la Milano di oggi e la memoria di quella di ieri: appunti per uno spettacolo che da qui può proseguire.
Drammaturgia: Renata Molinari;
Testi di: Georgia Monti, Alessandra Canestrini, Niccolò Matcovich, Laura Vagnoni, Greta Cappelletti, Alice
Grati;
Attori: Francesca Caratozzolo, Giusto Cucchiarini;
Danzatori: del 3° corso Teatro Danza;
Al pianoforte e voce: M° Emanuele De Checchi;
Azione danzata a cura di: Davide Montagna, Emanuela Tagliavia;
Regia: Massimo Navone.
Milano Teatro Scuola Paolo Grassi
Fin dalla sua fondazione nel 1951 ad opera di Giorgio Strehler e Paolo Grassi,
la Scuola d’arte
drammatica Paolo Grassi costituisce un modello formativo per il teatro italiano, fiera di essere
prosecutrice della grande tradizione del Piccolo Teatro. Da sempre aperta ai nuovi saperi della scena, la
Scuola Paolo Grassi ha conquistato nei 59 anni della sua storia una identità di istituto
innovativo, non accademico.
Questa identità, riconosciutale dal teatro nazionale ed internazionale, si concretizza in una
multidisciplinarietà che è il vero elemento fondativo di questa vocazione al nuovo. E’ l’unica in Italia e tra
le poche in Europa ad offrire percorsi di formazione per tutte le principali figure professionali nel campo del
teatro e dello spettacolo dal vivo. Nei sei corsi fondamentali Attori, Regia, Drammaturgia, Teatrodanza,
Organizzatori, Tecnici di palcoscenico il punto di forza è la concretezza dell’esperienza didattica che offre:
il palcoscenico più che il banco di studio è il territorio di quella esperienza, indirizzata al lavoro di gruppo
ed alla intersezione di questi ruoli.
La ricerca continua di una formazione al passo con i tempi la caratterizza. L’impegno dell’istituzione milanese
è sempre stato quello di accompagnare gli studenti nelle “trasformazioni” del sistema teatrale. Da qui
un’originale storia pedagogica e un’identità innovativa, che fin dalle originali intenzioni di Strehler e
Grassi non si è ancorata a una linea pedagogica esclusiva, ma è aperta alla testimonianza del pensiero
innovatore di tutti i principali maestri del XX secolo; nella sua pedagogia è facile riconoscere contributi di
Stanislavskij, Copeau, Brecht, Strehler, Lecoq.
All’attività formativa si accompagna poi una forte e vivace progettualità artistica che permette agli allievi di
interfacciarsi con la città e con il pubblico reale. La Scuola offre supporto e formazione a compagnie e
progetti professionali nati all’interno di essa.
La scuola, diretta nel passato da personalità della cultura italiana come Paolo Grassi, Ruggero Jacobbi, Roberto
Leydi, Renato Palazzi ha ospitato interventi significativi di moltissimi maestri della scena internazionale
quali Pina Baush, Jean-Claude Carriere, Massimo Castri, Carlo Cecchi, Joseph Chaikin, Lucinda Childs, Reinhild
Hoffmann, Ismael Ivo, Tadeusz Kantor, Suzanne Linke, Mario Martone, Heiner Muller, Yoshi Oida, Marco Paolini,
Thierry Salmon, Silvio Soldini, Josef Svoboda. Tra i suoi allievi attori più noti: Antonio Albanese, Gigio
Alberti, Beppe Battiston, Fabrizio Bentivoglio, Claudio Bisio, Franco Branciaroli, Antonio Catania, Paolo Rossi,
Fausto Russo Alesi. Tra i registi: Gabriele Salvatores, Andree Ruth Shammah, Giampiero Solari. Tra i
drammaturghi: Edoardo Erba. Tra gli operatori: Antonio Calbi, Mimma Gallina, Renato Palazzi.
Sotto l’impulso della ultima direzione di Maurizio Schmidt, la Paolo Grassi ha avviato il percorso di
internazionalizzazione e avviamento dell’alta formazione continua per professionisti.